Pannella in sciopero della sete, il neogoverno da “manuale Cencelli” invece brinda: da che parte stiamo?

da www.olivierobeha.it, 03-05-2013

Neppure il trentennale della vicenda Tortora, definita giustamente il caso più eclatante di “macelleria giudiziaria” della recente storia italiana, ha permesso di collegare  i fatti di allora con oggi: intendo la odissea e la morte di una delle figure più popolari (cfr. la tv) dell’Italia di allora (lo dico per i giovani: più di un Santoro e di un Carlo Conti insieme, per capirci…), con la situazione della giustizia e delle carceri oggi e qui.

Su questi temi nel silenzio più generale credo che Marco Pannella sia ormai al settimo giorno di sciopero della sete, l’ennesimo, nell’indifferenza abituale, proprio mentre Emma Bonino assurge (meritatamente e professionalmente) al rango di Ministro degli Esteri del nuovo governo “nepotista” di Enrico Letta. Parliamo dello stesso Pannella e degli stessi radicali che già ai tempi di Enzo Tortora, ma da molto prima, conducevano battaglie spesso in solitudine su temi che distinguono Paesi civili dalla barbarie. Nella quale appunto basculiamo. Ma di ciò, silenzio. Quasi che ci si aspetti che Marco muoia una buona volta, oppure semplicemente “la finisca con i suoi scioperi”…

Come pure deve risultare fastidioso il ricordo degli anni ’80, del debito pubblico che oggi ci affoga ma allora stava già montando, evidenziato dai soli radicali con la definizione di “partito unico della spesa pubblica” per dare l’idea che di fronte alla mangiatoia di denaro e spese nessuno né da destra né –udite, udite- da sinistra si tirava indietro. A denunciare era sempre Pannella, quel “grandissimo rompicoglioni vittimista…” (di cui peraltro si può e si deve discutere magari tutto, ma appunto discutere, non mettere la sordina…). E adesso siamo qui a commentare il taglio dei tassi di 0,50 della Bce presieduta da Draghi, l’unico SuperMario extra calcio rimasto in circolazione, taglio con il quale lui dice che le banche potranno rifinanziare mutui, imprese ecc. Domanda:  e perché dovrebbero farlo se non l’hanno fatto finora? Chi glielo imporrà? Faranno piuttosto come sempre ciò che loro conviene fottendosene delle necessità degli italiani, cioè compreranno vantaggiosi (o meno svantaggiosi di prima) titoli di Stato. E saremo punto e daccapo.

Ma queste osservazioni sembrano troppo banali al neonato governo, che è finalmente al completo in puro “stile Cencelli”: ecco che ritroviamo 21 ministri, 10 viceministri e 30 sottosegretari dai cognomi assolutamente inediti per le orecchie della Nazione: Miccichè, Bubbico, Santelli, Catricalà…

Si dirà, siamo in ballo, dovevamo pur cominciare a ballare, oppure: non c’era altra soluzione, qualche mese, un annetto, usciamo dall’emergenza, Napolitano benedice il salvataggio come Protezione Civile e poi si dimette, e allora sì che per l’Italia inizierà finalmente l’età dell’oro virgiliana… Forse con Berlusconi, forse con un uomo della sinistra se ancora dovesse esserci, forse con un tribuno della plebe. Se no che altro si sarebbe potuto fare? Grande rompicapo, una volta che ci siamo ridotti così (qualche commento mi chiede di dire “chi è stato”: l’ho detto e scritto cento volte. Basta rileggere, indolenti).

Un consiglio: quando li vedete in tv, nei tg o da Vespa, provate a togliere l’audio, contentatevi delle loro espressioni, per “vedere di nascosto l’effetto che fa” (copyright Jannacci). E poi sappiatemi dire…

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=10706&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=pannella-in-sciopero-della-sete-il-neogoverno-da-%25e2%2580%259cmanuale-cencelli%25e2%2580%259d-invece-brinda-da-che-parte-stiamo

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