Perchè abolire il valore legale del titolo di studio

di Lorenzo Mineo, da www.inveritatidico.it, 24-04-2013

Che cosa significa abolire il valore legale del titolo di studio? Se n’è discusso a lungo agli inizi della scorsa legislatura, salvo finire presto nel dimenticatoio, come spesso accade in questo Paese, dove la fa da padrone l’elusione dal dibattito pubblico di quei temi in cui la politica manca di proposte precise e posizioni definite.

La funzione del titolo di studio è quella di attestare le conoscenze e le competenze acquisite durante il corso degli studi. È soprattutto in base ad esso che si determinano i rapporti di fuoriuscita dall’università ed ingresso nel mondo del lavoro: di fronte alla difficoltà di un datore di lavoro, che sia pubblico o privato, nel dover selezionare i più competenti e consoni ad un determinato ruolo lavorativo, il titolo di studio costituisce un’utile base informativa sulle qualità orientative di un individuo.

Ma per introdursi ad un mercato del lavoro sempre più mobile non si può essere valutati meramente in base al possesso di un titolo di studio e al suo livello di conseguimento: la pretesa di stabilire in termini legali quali siano i titoli che rendono un candidato idoneo ad un determinato ruolo lavorativo diventa inadeguata alla flessibilità oggi richiesta.

titolo di studio

Nel sistema attuale qualsiasi laurea, che provenga da un’università prestigiosa o meno, di fronte allo Stato vale allo stesso modo. Si alimenta così un meccanismo dove l’agevolezza con la quale conseguire il “pezzo di carta” diventa per molti studenti la motivazione prioritaria nell’iscriversi ad un ateneo piuttosto che a un altro. Con l’abolizione del valore legale del titolo di studio, il singolo ateneo avrebbe invece tutto l’interesse a migliorare la propria offerta formativa, in base alla quale motivare gli studenti a iscriversi.

Dunque la disomogeneità delle offerte formative dovrebbe costituire un valore aggiunto che stimoli una sana competizione tra atenei. Oggi invece , favorendo per legge chi possiede titoli di studio, si presume di fatto che tale credito implichi automaticamente competenza e capacità in un determinato settore. Di conseguenza lo Stato deve direttamente vagliare i programmi didattici e certificarne gli esiti: ciò contrasta ancora con la flessibilità dell’offerta formativa rispetto agli sbocchi occupazionali, che solo una maggiore autonomia didattica, garantita dall’abolizione del valore legale del titolo di studio, saprebbe intercettare.

Questo sarebbe inoltre un potentissimo incentivo per la lotta al baronismo imperante nel sistema di attribuzione delle cattedre: non risulta che ad Harvard o Cambridge ci siano professori immeritevoli e raccomandati, proprio perché negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove non vige alcun valore legale per il titolo di studio, le università ritrovano un riscontro economico nel garantire la qualifica e la competenza dei loro docenti, grazie alle quali possono raggiungere un maggior numero di iscritti.

Oggi sostenere l’abolizione del valore legale del titolo di studio deve significare  innanzitutto ricordare la lezione politica di Luigi Einaudi, un Presidente della Repubblica che ha conosciuto pochi eguali nella storia di questo Paese. Einaudi scriveva:

“Finché non sarà tolto qualsiasi valore legale ai certificati rilasciati da ogni ordine di scuole, dalle elementari alle universitarie, noi non avremo mai libertà di insegnamento; avremo insegnanti occupati a ficcare nella testa degli scolari il massimo numero di quelle nozioni sulle quali potrà cadere l’interrogazione al momento degli esami di stato. Nozioni e non idee; appiccicature mnemoniche e non eccitamenti alla curiosità scientifica ed alla formazione morale dell’individuo”

Queste parole venivano scritte nel lontano 1947. Oggi, a quasi 70 di distanza, le problematiche poste risultano drammaticamente attuali. Sarebbe forse ora di voltare pagina e raccoglierne il monito einaudiano, in un paese dove oltre a una strana fobia per il cambiamento imperversa anche un’incontrastata lentocrazia.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=10528&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=perche-abolire-il-valore-legale-del-titolo-di-studio

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