SAN QUIRINO «Occhio alle sostanze tossiche» Impianto a biogas, allarme di Santarossa che chiede un incontro
Un’ordinanza del sindaco di Limena dello scorso 28 marzo, con la quale è stato imposto alla società Agricola Tosetto la messa in sicurezza di emergenza del locale impianto di produzione di energia elettrica con l’utilizzo di fonti rinnovabili (reflui zootecnici e biomasse), riaccende i riflettori sull’impianto a biogas di San Foca, in via Partidor. A segnalare l’ordinanza è il consigliere comunale di minoranza di San Quirino, Stefano Santarossa, radicale candidato alle regionali per Cittadini, che lancia l’allarme: «Si tratta di una ditta collegata alla Sito Energy, che gestisce l’impianto in funzione a San Foca da gennaio», dice. Quanto basta per alimentare le preoccupazioni di rischi di inquinamento nel sito di San Foca, denunciate da tempo anche dal comitato Per la salvaguardia di San Foca, e per far chiedere da Santarossa alla giunta Della Mattia «l’immediata convocazione di un consiglio comunale aperto a tutti». «Pretendiamo – dice – controlli immediati e puntuali nella centrale e nei terreni interessati allo spargimento del digestato». A Limena, infatti, l’ordinanza del sindaco è scattata dopo che i campionamenti dell’Arpav di Padova hanno evidenziato la contaminazione da polclorobifenili (Pcb) nel digestato. «I Pcb – ricorda Santarossa – sono parenti della diossina, altamente cancerogeni. La loro presenza nei campionamenti di controllo nel digestato a Padova ci preoccupa, in quanto da mesi il comitato di San Foca ha segnalato la presenza di autobotti provenienti da Padova con destinazione nell’impianto di San Foca». Santarossa fa leva inoltre sul fatto che non è la prima volta che si verificano “incidenti” a carico delle centrali a biogas. «In provincia di Bergamo – cita ad esempio –, matrici contaminate con sostanze chimiche tossiche sono finite negli impianti a biogas. A Brescia vi sono estese aree in cui è vietata ogni coltivazione per via dei Pcb». L’analogia con San Foca, che si trova ai confini dell’area protetta dei Magredi, non finisce qui. «Anche a Padova – conclude il consigliere – l’impianto insiste su un sito ambientale di interesse comunitario». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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