Salicelle, l’altra Scampia dove l’incesto non è peccato

di Tonino Ferro – pubblicato su IL DENARO il 14/01/2013

“Vengono da me le ragazzine. Alcune hanno quindici, sedici anni. Sono incinte del loro padre. Rimango sconvolto dinanzi ai loro racconti, ma la risposta al mio stupore è quasi sempre uguale: ‘Meglio mio padre, almeno so chi è’. Questa è la realtà qui”. Qui non è Scampia, qui non ci sono riflettori mediatici, né dibattiti pubblici animati da personaggi famosi. Qui è Salicelle, “periferia della periferia di Napoli”, quartiere alle porte d’Afragola. E sul campo, a lavorare per costruire delle forme di contrasto a questi fenomeni c’è solo un parroco, don Ciro Nazzaro, e la sua squadra di ragazzi. Sono in tutto una trentina e ogni giorno si prendono cura dei bambini, li fanno giocare, cercano di togliere loro di dosso “la polvere del male”.

Il suo racconto è disumano. Come si fa lavorare in un contesto del genere?
Ci vuole stomaco e bisogna saper amare. Non so cos’altro dire. Non c’è nessuna convenienza e quest’affermazione non è banale: c’ho messo vent’anni per costruire con questa gente un minimo rapporto di fiducia. All’inizio loro erano solo degli spiantati, senza radici, persone che non avevano la minima voglia di entrare a far parte di una nuova comunità.
Chi sono gli abitanti di Salicelle?
Si tratta di 2.500 famiglie, d’età media compresa tra i 28 e i 30 anni (ci sono anche diverse famiglie di diciassettenni). Sono tutti ex abitanti delle aree colpite dal terremoto del 1980. Vengono da Secondigliano, da San Pietro a Paterno dal Centro storico di Napoli e ancora oggi, dopo trent’anni, faticano a identificarsi col quartiere; ancora oggi, qualcuno preferisce andare a messa o sposarsi nelle parrocchie dalle quali proviene. Noi questo facciamo: tentiamo di costruire un habitat all’interno del quale creare dei legami, delle appartenenze.
Ma come può un padre abusare della figlia nel 2013?
L’incesto, lo stupro, sono fenomeni che mi addolorano, ma non mi stupiscono. Il più delle volte la ragione è semplice: gli uomini dimostrano così la loro virilità. E l’esperienza si tramanda. Un ragazzino che ha visto con i suoi occhi questi fatti finisce, appena raggiunta la maturità sessuale, con l’imitare le azioni del padre. Se non s’interrompe questo tragico circuito, non cambierà la situazione.

Don Ciro Nazzaro

E come si fa, come fate?
Io parlo, denuncio, tratto tutti allo stesso modo. Non m’interessa se la famiglia all’interno della quale avvengono certe cose sia una famiglia criminale o un insieme d’incensurati. Il fatto di trattare tutti nella stessa maniera ti dà un po’ d’autorevolezza. Solo così metti quell’anima che hai di fronte in condizioni d’ascoltare. Ma il nostro intervento funziona, diciamo così, al 10 per cento. Quando si torna nelle case, si ripiomba nella normalità. Quella normalità.
C’è qualche segno di cambiamento? Esiste qualcosa che possa aprire una speranza?
Abbiamo fatto molte cose, ma sono ancora troppo poche. Questo è un posto abbandonato. Qui non c’è una fermata d’autobus. Qui, da un recente studio, il 40 per cento delle persone s’ammala di cancro: sono i numeri d’una guerra. A Salicelle non è prevista la manutenzione delle fogne: quando c’è un guasto alla rete bisogna chiamare, pregando che qualcuno intervenga. Per è me è peggio di Scampia. Mentre lì la gente mette la spazzatura sul margine della strada, aspettando che qualcuno passi a raccoglierla, da noi i sacchetti si buttano dalla finestra: il distacco dalla cosa pubblica è totale, il concetto di bene collettivo, inesistente. Ma nonostante questo qualcosa si muove.
Cosa?
inaugureremo a metà febbraio un centro polifunzionale all’interno del quale è prevista una parafarmacia. E’ una grande novità: nel quartiere non c’è nessun presidio sanitario. Si aprirà presto un commissariato di polizia e devo dire che anche il comando dei vigili urbani si dà da fare per creare un minimo di servizi. Con l’inizio dell’anno scolastico in corso, è partito un servizio di navette gratuito per i bambini. Anche se già a Natale l’hanno interrotto.
Perché?
Ho dei sospetti, nessuna certezza.
Quali sospetti?
Maledette siano le elezioni.
In che senso, c’entra la politica?
E’ sempre così, in vent’anni ho visto in azione sette-otto amministrazioni, ma i partiti si fanno vivi solo di questi tempi. In questo quartiere i votanti sono circa tremila, un bacino di preferenze niente male. E non c’è ragione di migliorare le condizioni di vita della gente: tenendo questi abitanti in povertà, è più facile ottenere da loro consenso.
E’ una cosa forte quella che dice. Ha delle prove che alimentano questa convinzione?
Quante ne vuole. Qui si sono comprati voti per 5 euro, il prezzo di mezzo chilo di carne. Poi, mano mano che ci si avvicina alle urne, i prezzi salgono, arrivano a 50 euro. E’ così. E badi è così non da ora, ma da anni. Ed è così per tutti, non faccio differenze di colore politico.
Ma queste strutture che state costruendo con quali soldi le mettete in piedi?
Coi soldi del Comune, ma ci siamo anche occupati di monitorare gli stanziamenti: sa quante volte delle somme promesse sono finite altrove? E poi non stiamo facendo nuovi edifici, ma ristrutturando immobili abbandonati, per restituirli alla vita e renderli utili. Dal punto di vista simbolico è importante.
Quali messaggi si sente di lanciare, in questo momento?
Io non lancio nessun messaggio. Vorrei solo che si desse attenzione a questi fenomeni. Noi ci mettiamo l’impegno, ma senza l’aiuto di tutti non possiamo far molto. Anche l’approccio deve cambiare. Le strutture con le quali collaboriamo, per esempio, quelle che si occupano della tutela dei minori, sono percepite dalla gente come repressive.
In che senso?
Chi si piega alla vergogna di certi racconti, lo fa per disperazione. E spesso si tratta di madri che m’implorano di non parlare con i centri di recupero perché temono che qualcuno possa portargli via i figli.

I bambini delle Salicelle, durante il gioco

Qual è l’approccio giusto?
Quello che stiamo cercando di costruire con le scuole. Bisogna, come dicevo all’inizio, fare uno sforzo di comprensione, d’amore. Chi vive in questi contesti non ha alternative. Ma abbiamo bisogno di prevenire, di creare nuovi percorsi prima. E’ lo stesso discorso che tentiamo di fare con la droga.
Altra piaga.
Non la più profonda. Vede, qui di droga non ne gira. I clan hanno altri affari, si occupano d’estorsioni, per lo più. Questa, per altro, anche dal punto di vista dell’organizzazione criminale è una terra particolare. Il potere è dei Moccia e la reggente è una donna. Nel quartiere è vietato spacciare, i tossicodipendenti che abitano a Salicelle comprano la roba altrove e devono stare attenti a non farsi beccare. Nonostante questo, si muore d’eroina. Il centro polifunzionale avrà pure un consultorio: sono dialogo, cultura, educazione i valori da spingere. Serve tempo e ripeto, l’aiuto di tutti.
Lei quanti anni ha?
Ne ho 56, ma sono nato ai piedi del Vesuvio. La mia tempra è quella della lava. Continuerò ancora per molto.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=10339&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=salicelle-l%25e2%2580%2599altra-scampia-dove-l%25e2%2580%2599incesto-non-e-peccato

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