CITTADINI PER SERRACCHIANI «Se vinciamo mandiamo via il direttore dell’Ass Tonutti»
L’ospedale nuovo? «La nostra posizione era quella del sito di via Montereale, ma siamo consapevoli che tornare indietro è complicato». E se dovesse risultare una nuova incompiuta – «Ho ricevuto lettere di notabili di Udine che dicono che non abbiamo bisogno di un nuovo ospedale» racconta Bruno Malattia – i responsabili saranno Tondo e, in parte, l’amministrazione di Pordenone» rimarca il presidente di Una Regione in comune. I Cittadini per Debora Serracchiani presidente, hanno presentato la lista pordenonese (per la gran parte formata da debuttanti alla competizione regionale), tracciando alcuni temi centrali per il futuro sviluppo della Regione e del territorio e di un movimento che, nato dieci anni fa come «la vera novità della politica» oggi sente che la missione non è finita. Perché i cavalli di battaglia - merito, semplificazione, taglio ai costi della politica - sono ancora validi. Fondi ai gruppi consiliari? «Le spese di rappresentanza vanno tagliate, non servono». A raccogliere l’eredità e la sfida dei Cittadini saranno Francesca Bomben, Rosetta Facchin, Alessandra Rizzi, Daniela Tommasi, Gino Gregoris, Alessandro Gasparotto, Gianni Segalla, Lindo Pagura, Fernando Agrusti, Andrea Gaspardo, Stefano Santarossa (esponente radicale ospitato dai civici) e Paolo Panontin, coordinatore provinciale. «Sono contento - ha detto – della squadra che abbiamo messo in piedi perché c’è la rappresentatività territoriale e un buon mix tra persone con esperienza amministrativa e persone al debutto». Sul fronte sanità «il tema ospedale ci interessa nel momento in cui lo misuriamo alla qualità del sistema sanitario – ha esplicitato il consigliere uscente Piero Colussi – e questo vuol dire migliorare i servizi territoriali che hanno un livello inaccettabile. Se vinciamo manderemo a casa il direttore dell’Ass Tonutti. E lo dico da persona che tra un mese tornerà a lavorare all’azienda per i servizi sanitari numero 6». Perché anche in sanità «le nomine avvengono ancora per appartenenze politiche» ha aggiunto Malattia. Tra le priorità anche la cultura: «Lavoro e sanità vengono prima, ma si può restituire dignità a questo settore spendendo meglio: facendo scelte – è il parere di Colussi – che non si sono volute fare».
Fonte: http://www.radicalifriulani.it/node/6301
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