Rischio vulcanico nel napoletano, a rischio tre milioni di persone
di Umberto Ciarlo, da “Cronache di Napoli”, 22-03-2013
Il Vesuvio ad est, i vulcani del sistema del Campi Flegrei ad ovest, in mezzo conglomerati urbani con una densità abitativa tra le più alte del mondo: a rischio sono tre milioni di persone se i vulcani saranno ‘cattivi’. La stima è del direttore dell’Osservatorio Vesuviano, il dott. Mastrolorenzo. C’era lui, c’erano il geologo Franco Ortolani, l’architetto Aldo Loris Rossi, il vulcanologo Giuseppe Rolandi, il geochimico Roberto De Vivo, la vulcanologa Francesca Pappalardo, questi gli esperti. E rappresentanti politici, la storica guida radicale Marco Pannella, circondato dalla affetto degli attivisti suoi compagni di lotta di “Per la Grande Napoli”, i sindaci dei comuni di Santa Anastasia e San Giorgio a Cremano.
Si sono tutti riuniti ieri pomeriggio ad Agnano, in un Tennis Hotel avvolto in po’ di nebbia che non impediva la vista di una fumarola non lontana, segno visibile dell’attività vulcanica. Due direttori di altrettante testate on-line, Doriana Vriale del periodico d’informazione e Tutela dei Diritti Umani Il Fiore Uomo solidale, e Emiliano Esposito del periodico Libera Informazione Flegrea hanno moderato gli interventi, tutti registrati dai microfoni di Radio Radicale. Questo affinché si trasmetta la conoscenza dei problemi e dei rischi, e che questa spinga all’agire perché “salvifica”, così come in sintesi hanno rimarcato in tanti tra cui, in particolare, la guida radicale Pannella.
Le testate menzionate hanno curato anche l’organizzazione dell’evento. Nel corso del convegno è emersa chiara, unanimemente riconosciuta, una consapevolezza: il rischio posto dai vulcani è pericolosamente sottovalutato. I vulcani sono esplosi in passato ed esploderanno ancora. Questa è una certezza; solo non si sa quando. E soprattutto quanto brutalmente. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano è stato chiaro: “Se domani mattina dovessero esserci i segni precursori di una eruzione nessuno potrebbe mai dire con certezza che si avrà un giorno o un mese, né se potrà essere ‘buona’ o ‘cattiva’, intanto però chi ha creato le mappe del rischio deve aver parlato con i vulcani e saputo che saranno ‘buoni’, perché tutti i piani tengono conto solo di uno scenario benevolo, quando si dovrebbe pensare al massimo rischio possibile. Nella storia ci sono state eruzioni anche 10 volte più devastanti di quella pliniana, quella che attualmente viene considerata la peggiore possibile”.
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