Articolo pubblicato il 19/03/2013 nella sezione Associazioni
dal Blog di Carlo Iannello, consigliere comunale di Napoli (http://carloiannello.blogspot.it/)
Oggi, 19 marzo 2013, alle ore 16.00, nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, a Palazzo Serra di Cassano, Biagio de Giovanni, Gianni Ferrara, Sergio Marotta e Ulderico Pomarici presenteranno il libro di Claudio De Fiores dal titolo “L’Europa al bivio. Diritti e questione democratica nell’Unione al tempo della crisi”.
Questo volume ha il pregio di non indulgere nella retorica europeista di cui siamo stati vittime negli ultimi anni e di analizzare il processo di integrazione europea attraverso la lente delle categorie classiche del costituzionalismo come sovranità popolare, diritti, democrazia. Ne risulta un quadro a tinte fosche, da cui emerge un’Europa dominata dall’ideologia liberista dove «non c’è spazio» per i diritti sociali, la sovranità popolare e la democrazia e che – proprio per questo – è profondamente lontana dai popoli e dai cittadini, come dimostrato, peraltro, dai numerosi risultati referendari che hanno a più riprese frenato il processo di integrazione. Un’Europa in cui trovano «cittadinanza» solo i diritti funzionali alle libertà economiche mentre, con riferimento ai diritti sociali si assiste a un atteggiamento ambiguo: da un lato è lasciato agli Stati il compito di tutelarli, dall’altro però sono sottratte agli Stati stessi le tradizionali leve necessarie per il loro finanziamento. Un’Europa in cui manca il popolo non perché ci siano diverse lingue ed etnie ma perché mancano i luoghi in cui i popoli si possano esprimere politicamente e diventare unità politica, ossia movimenti politici organizzati a livello europeo. Un’Europa in cui si avverte pertanto una profonda «questione democratica» che non può essere banalizzata con l’ingannevole concetto del «deficit democratico»: ribadisce De Fiores, infatti, che la democrazia in Europa è assente, non deficitaria e che, pertanto, l’Europa non è «un’organizzazione democratica».
Un’Europa, dunque, della tecnocrazia, fondata sulla finanza e sui mercati, priva di qualsiasi legame sociale, politico e popolare.
Sarebbe sbagliato tuttavia credere che quello di De Fiores sia un libro contro l’Europa o euroscettico; al contrario è un libro per l’Europa, che si colloca nel solco del miglior pensiero federalista europeo. Proprio per questo il libro di De Fiores è anche una chiara esortazione affinché l’Europa sappia fare autocritica e ritrovare il senso profondo della sua originaria missione. Si tratta quindi di un libro in favore di un’Europa politica, democratica, fondata non su istituzioni tecnocratiche ma sui cittadini, che sappia percorrere il suo cammino nel solco del costituzionalismo e che voglia realizzare un processo «autenticamente democratico e politicamente compiuto» per approdare ad una costituzione al cui inizio possa essere scritto «We the people of Europe». Per realizzare questo percorso De Fiores ci indica anche la strada nella necessità di individuare un «mito politico capace di suscitare passioni collettive, mobilitazioni sociali, istanze democratiche». La prospettiva possibile e democratica, secondo l’Autore, è rappresentata dalla costruzione di uno «Stato sociale europeo». La scelta che l’Europa ha di fronte a sé – osserva conclusivamente De Fiores – è netta: essa è chiamata a decidere se stare dalla parte delle tecnocrazie e dei mercati «oppure se schierarsi finalmente dalla parte della sovranità e quindi della democrazia» e dei diritti.
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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=10145&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=leuropa-al-bivio-di-claudio-de-fiores