Radicali in visita ispettiva a Poggioreale e Pozzuoli. Intervista al senatore Marco Perduca

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 07-03-2013

Nella giornata di oggi, 7 marzo 2013, una delegazione radicale guidata dal senatore uscente, Marco Perduca, si è recata in visita ispettiva presso i penitenziari di Poggioreale e di Pozzuoli, quest’ultimo un carcere femminile. Assieme a Perduca, presenti i militanti dell’associazione radicale Per la grande Napoli che all’esterno delle due strutture hanno ancora una volta manifestato la propria presenza, più che mai attiva nonostante il non entusiasmante esito elettorale, alla comunità penitenziaria. Al termine della giornata, che ha visto i Radicali di mattina a Poggioreale e di pomeriggio a Pozzuoli, abbiamo raccolto le impressioni di Marco Perduca.

Marco Perduca, come si è svolta e che spunti ha evidenziato la visita odierna a Poggioreale?

“Abbiamo visitato il padiglione Roma, quello che ha la popolazione prevalentemente in carico al Sert, i transessuali e i colpevoli di reati di riprovazione sociale. Detenuti che necessitano di un tipo di sorveglianza particolare e che non devono vivere tra i detenuti ‘comuni’. Si tratta di una sezione che ha parte massiccia dei 600 detenuti che hanno rapporti col Sert, tra cui detenuti in terapia con metadone o Subotex. Sono per la stragrande maggioranza a scalare e i casi più complessi in regime di mantenimento delle terapie. La struttura è stata inaugurata, per come l’abbiamo vista oggi, nel 1993 e in 20 anni non ha subito alcun intervento volto a migliorarla. Mancano i soldi per l’amministrazione ordinaria e tutto si fa in economia, quel poco che viene fatto si concentra sulla manutenzione delle docce, ovvero delle parti più sollecitate, dato che c’è una sovrappopolazione del 150% sui numeri reali. L’altro poco che si riesce a fare, parlando coi detenuti e che neanche a loro dire si riesce a fare appieno, riguarda la manutenzione delle celle che è svolta in modo incompleto e precario. Dove dovrebbero contenere una persona ne hanno tre, dove dovrebbero essercene due ce ne sono quattro e dove dovrebbero essercene quattro o cinque, si arriva fino a nove. I bagni a volte hanno porte che li separano dalla zona letto, ma nella zona dei servizi non ci sono divisioni fra la tazza e la parte adibita a cucina. Molto spesso si verificano perdite e in taluni casi per evitare allagamenti dovuti allo scarico è necessario chiudere l’apposita manopola”

Problemi evidenti di ordine sanitario, quindi, come quelli che sembrano alla base del decesso di tre detenuti a Poggioreale in pochi giorni…

“La magistratura sta indagando in particolare sull’ultimo caso. Si tratta di una persona che ha avuto un problema non grave, al quale sono stati somministrati degli antibiotici senza capire che la persona, forse per incuria o distrazione dello stesso detenuto, ha manifestato un’allergia per la quale è morta pochi giorni dopo all’ospedale. Il problema è che il polo clinico non può sopperire a tutte le richieste e quindi si verificano dei ritardi talvolta gravi nel ricovero dei detenuti in strutture esterne. I tre detenuti sono tutti morti in ospedale e alcuni avevano patologie tumorali o cardiache, mentre l’ultimo caso è più sospetto e la magistratura sta indagando”

Com’è andata l’ultima tornata elettorale in rapporto alla partecipazione dei detenuti che avevano diritto a votare?

“Rispetto agli anni scorsi hanno votato il triplo dei detenuti che solitamente votava. Questo rimane un 20%- 25% degli aventi diritto a livello nazionale. C’è un concorso di colpa fra l’impossibilità della macchina organizzativa a raggiungere tutti e del detenuto che spesso non ha contezza di cosa dover fare per usufruire del diritto di voto. Questo capita soprattutto per chi è in carcere da poco. Concorso di colpa, dunque, fra ministero della Giustizia, anagrafe e in parte degli stessi detenuti. C’è stato un miglioramento nel godimento di questo specifico diritto civile e politico in capo ai detenuti, ma i numeri non sono ancora sufficienti dal momento che andava garantita una maggior informazione. In molti casi ci assicurano che i detenuti sono stati informati a tempo debito, come fatto presente anche nei penitenziari che abbiamo visitato oggi ma evidentemente non è bastato a determinare cifre più alte di partecipazione al voto”

La visita a Pozzuoli invece? In che stato versa questo carcere femminile?

“Per quanto riguarda Pozzuoli, rispetto a sei mesi fa c’è un incremento di 30 unità. Siamo a 224 persone, 227 stamattina ma tre sono state scarcerate durante la giornata, nel frattempo in autunno era stato ritinteggiato l’istituto ma le infiltrazioni sono riprese dopo più di un mese in tutti e tre i piani. Ricordiamo che l’istituto sarebbe progettato per 82 persone, ne abbiamo quasi il triplo. Una delle zone dedicata alla socialità, che nient’altro è che una stanza stretta e lunga dove giocare a carte, a calcetto o a ping pong, è stata trasformata in un reparto di alta sicurezza con 19 persone ristrette. Non c’è spazio fra i corridoi di letti a castelli. E’ solo un concorso fra fortuna e solidarietà che si crea sia fra le detenute che con le agenti e gli agenti penitenziari, che non si verificano situazioni di follia, di violenza o di scontri all’interno di strutture vecchie e sovraffollate. Devo anzi dire che la struttura, se una volta rinnovata continuasse ad avere gli stessi problemi, sarebbe da sottrarre a questo tipo di funzione perché inadeguata. Fortunatamente due sono le cose migliorate. La prima è la riapertura della torrefazione per il caffè (nella foto a destra, il prodotto finito. NdR) dove lavorano però solo tre detenute, la seconda è la presenza del magistrato di sorveglianza e di figure come educatori, psichiatri – è stato aperto un reparto psichiatrico in vista della prossima chiusura degli Opg. NdR – e psicologi in misura costante al fianco delle detenute. Quanto al magistrato di sorveglianza, se una volta veniva qui solo ogni mese, mese e mezzo, adesso sembra di capire – anche se la cosa andrà verificata – che abbia raddoppiato le presenze. Ultimo dato positivo riguarda il fatto che i nuovi magistrati di sorveglianza hanno un tirocinio per cui passano due settimane a stretto contatto con l’amministrazione penitenziaria. Si spera che questo favorisca un modo migliore con cui applicare le leggi. Non si tratta di graziare qualcuno ma di conoscere le disponibilità e quindi, essendoci molte persone in attesa di giudizio, incentivare l’uso dei domiciliari fino alla sentenza e, per chi è già definitivo, misure alternative. In modo che anche chi resta in cella possa farlo nel rispetto delle norme nazionali, comunitarie e dei diritti umani. Certo che però, in una situazione di tale illegalità di Stato, laddove si chiedesse ai responsabili di risponderne, la posizione dei ladri di polli non è equiparabile con quella dei garanti della Costituzione che hanno determinato questo stato di cose”.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=10011&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=radicali-in-visita-ispettiva-a-poggioreale-e-pozzuoli-intervista-al-senatore-marco-perduca

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