Pd, “la festa è finita”: Amendola, già con la testa a Montecitorio, pronto a dimettersi
di Peppe Papa, da www.napolionline.org, 28-02-2013
NAPOLI – La “festa è finita”, i risultati elettorali hanno consegnato un verdetto impietoso e chi ha fatto girare la giostra finora deve passare la mano. Questo, in sintesi, sarà il tema della prossima direzione del Pd chiamata a fare il punto della situazione dopo il deludente risultato (con una perdita secca di circa 200mila voti) conseguito in Campania alle ultime consultazioni politiche. Una batosta che ha lasciato con l’amaro in bocca le migliaia di militanti che hanno battuto palmo a palmo il territorio nel corso della convulsa campagna elettorale e che si è subito trasformato in rabbia e risentimento verso i quadri dirigenti i quali, per la verità, hanno subito riconosciuto il fallimento, dicendosi disponibili a farsi da parte.

Il segretario regionale, Enzo Amendola, nel frattempo approdato a Montecitorio, ha senza colpo ferire confermato che “in tempi brevi si deve procedere ad un profondo cambiamento del Pd campano” aggredendo “i limiti costitutivi interni”. Un’ammissione di inadeguatezza forse un po’ tardiva, ma c’era da completare il percorso che lo avrebbe portato in parlamento, che consegna il partito ad una nuova fase di conflitto intestino tra fazioni, intenzionate ad intestarsi il “rinnovamento” dell’organizzazione e conquistarne la leadership. I renziani, ancora scottati dalla sconfitta alle primarie, sono stati i primi a chiedere la testa del segretario e del resto del gruppo dirigente, che “ancora una volta ha dimostrato autoreferenzialità”, lasciando il campo a un “radicale” rimescolamento delle carte. “Partito leggero, niente o pochissimi funzionari di partito, fine degli apparati” ha scritto Alfredo Mazzei sulla sua pagina di Facebook. “Ringraziamento e rottamazione di chi ha già dato (ed anche ha avuto) – ha chiarito – costruzione di un ‘Italian party’, così molti di quelli che oggi lo auspicano, forse non saranno necessari come dirigenti. Meglio abituarsi all’idea, il rinnovamento vero non può essere indolore”. Propositi bellicosi che non tarderanno a produrre i loro effetti e che fanno il paio con quelli non meno minacciosi degli eredi di Bassolino i quali, finora costretti a subire per ‘espiare’ le colpe del padre putativo, sono pronti a dare battaglia e riprendersi il maltolto. Situazione incandescente, dunque, i cui sviluppi appaiano per il momento imprevedibili e che sicuramente consegneranno allo scenario politico locale un format Democratico assolutamente diverso da quello finora conosciuto.
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