Radicali annientati dall’assenza di nome
di Dimitri Buffa, da “l’Opinione”, 27-02-2013
Annientati elettoralmente per non avere messo la parola “radicali” nel simbolo. Storicamente il partito di Pannella e della Bonino almeno l’1 e mezzo per cento, pari a circa settecentomila elettori lo aveva sempre fatto. A dispetto della tv che non li ha mai valorizzati e di qualunque ostracismo. Anche perché corrisponde all’audience dell’impagabile Radio Radicale. Se questa volta si è praticamente giunti a un terzo di quel risultato lo si deve a un fattore che Pannella si ostina a sottovalutare: la parola “radicali”. O “radicale”. Che da sola, nel simbolo di una lista che legittimamente ne detenga l’esclusiva per usarla, vale mezzo milione di voti. Posso testimoniare che la sera di domenica un’amica che fa la musicista, e quindi non proprio appartenente alla categoria dello spirito dell’analfabetismo elettorale ed esistenziale, mi ha letteralmente detto: «Ma stavolta i radicali non si presentavano?» Risposta: «Come no, hanno una lista di scopo (l’ultima trovata della dirigenza, ndr) e si chiama “Amnistia, giustizia e libertà”» «Ah – mi ha replicato lei – mannaggia, volevo proprio votali, ma credevo che fosse una di quelle liste civetta di cui era piena la scheda. Ma perchè non hanno messo il nome “radicale” nel simbolo?» Fine dell’analisi sulla debacle radicale, se si vuole.
Poi certo, la tv non ospita mai o quasi Pannella nei talk show da dieci milioni di spettatori, ignora i digiuni di dialogo e quant’altro. Ma questo avviene da trenta e passa anni. Perché stavolta allora questo disastro? Prima di tutto, nome a parte, è stata un’illusione onirica quella di fare una campagna elettorale basata prevalentemente su discorsi chilometrici della domenica tra Pannella e Bordin a colpi di “Cesare e Pietro”, cioè le metafore evangeliche note al pubblico colto ma non commestibili per l’elettorato medio. Poi la verità è che lo scorso 8 dicembre Pannella meditava di non fare presentare neanche lo schieramento radicale italiano, a causa della non democraticità della situazione istituzionale. Analisi giustissima e decisione legittima.
Salvo poi ripensarci “last minute” e inventarsi ‘sta “lista di scopo” che, per dirla alla Berlusconi, non ha “scopato” un bel niente. La domenica delle elezioni il malcapitato Massimo Bordin dopo un’ora e mezzo di conversazione a base di “Spinoza”, “Cesare” e “Pietro”, aveva chiesto, quasi fantozzianamente, «Marco ma quando lo facciamo un bell’appello al voto?» Cioè vogliamo dire qualcosa di comprensibile alla gente che ascolta la radio e che non è fatta tutta di esperti di patristica e scolastica, di sommi teologi e di grandi politologi? O forse si è creato un partito talmente 1 elitario “nei propri scopi” da mettere in conto di venire votato da non più di duecentomila persone? Insomma, già l’iscrizione annua a un partito da 200 euro e a una galassia da 590 è un po’ cara, se poi il tutto si riduce a una setta di illuminati i prezzi per i sostenitori diventano proibitivi e poco produttivi. Pannella può ovviamente continuare a fare il filosofo, e fra l’alto è un grandissimo filosofo, ma l’Italia di oggi non è quella ideologizzata degli anni ’70.
Qui è già tanto quando l’elettore capisce il concetto di “dare carta vedere cammello”. Grillo ha fornito una risposta, in parte emotiva e in parte utopica, allo schifo che si vede in giro. Berlusconi ha i suoi fan che lo seguirebbero anche se il partito si riducesse a lui solo. Anzi sarebbe pure meglio. E la sinistra non schioda da quell’apparato burocratico che garantisce al massimo il 26 per cento dell’elettorato italiano e se non si sbriga a mandare a casa la propria nomenklatura neanche più quello. Il voto quindi è sempre più orientato sulla protesta che sulla proposta. Tanto più se si è radicali e di quelle proposte liberali ci si fa un vanto, tanto varrebbe ammiccare un po’ all’incazzatura giovanilistica e dei disoccupati e andare a prendersi elettori in quell’enorme pozzo di San Patrizio a cui chiunque può attingere se accetta di sporcarsi le mani appena un po’.
- Login to post comments