Amnistia, Giustizia, Libertà allo 0,2% nonostante l’impegno al Sud. Quale futuro per i Radicali?

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 26-02-2013

Le elezioni Politiche svoltesi fra domenica e ieri hanno sancito ciò che per i Radicali era da tempo chiaro. Nessuna rappresentanza parlamentare e neanche lontanamente sfiorata la soglia dell’uno percento, ovvero quella che avrebbe garantito i rimborsi elettorali. Tutto previsto, dato che Amnistia, Giustizia e Libertà era in lizza solo nelle regioni del Sud e qualche eccezione nel resto del paese, col risultato di rendere inutili in partenza gli sforzi che pure sono stati prodotti con qualche risultato in Campania ma non solo.

Ma veniamo ai numeri che hanno contraddistinto la performance elettorale dei Radicali: a livello nazionale sono stati raccolti 64 mila voti circa alla Camera e poco più di 62 mila al Senato. Numeri che, come sottolineato a caldo da Rita Bernardini, lambiscono la cifra complessiva – quasi 68 mila – di detenuti ristretti nelle nostre carceri. Un caso, forse, o probabilmente il frutto di un’azione politica che, specialmente al Sud, ha mobilitato decine di migliaia di parenti di cittadini detenuti. Cosa sarebbe accaduto senza l’opera incessante dell’associazione radicale Per la grande Napoli, o senza l’impegno delle compagne pugliesi o di quelli lucani, calabresi e siciliani?

Probabilmente senza tale mole di militanza e di campagna elettorale – senza un euro erogato da Roma – dentro e fuori le carceri – che non si trovano solo al Sud… - le cifre oscillanti fra lo 0,4% e lo 0,5% che pure sono state raggiunte, non si sarebbero viste neanche col binocolo. Cifre da non sottovalutare – a Napoli pari a quelle raggiunte dalla Lista Bonino Pannella alle ultime Regionali – che non hanno scongiurato l’umiliante 0,19% alla Camera e lo 0,2% al Senato, solo perché in altre zone del paese si è assistito a boicottaggi e a firme raccolte anche nelle carceri senza tuttavia provvedere a depositarle o a terminare la ricerca di sottoscrizioni. Questioni personali, in alcuni casi, travestite da dissenso politico – ad esempio l’affaire Storace – in altri che hanno tarpato le ali a una possibile ascesa a quote più dignitose, che avrebbero potuto anche garantire la sopravvivenza dello stesso movimento radicale finanche dal punto di vista economico. Non è un mistero che anche grazie ai rimborsi elettorali percepiti dalla Lista Bonino Pannella, a Torre Argentina è stato possibile operare – seppur al ribasso da tempo – negli ultimi, difficili anni. Situazione ottimale per chi, già dallo scorso congresso, null’altro aspettava se non “rottamare” Marco Pannella, seguendo modus operandi molto poco radicali e assai tipici dei Pd, soggetto a cui non a caso più di un Radicale – è Radicale chiunque paghi la quota annua… – è vicino o addirittura organico.

Chi non ha seguito strade proprie, non ha boicottato e ha semplicemente portato avanti la propria battaglia degli ultimi due anni, divenuta forse non a caso anche battaglia nazionale sotto la spinta di Pannella, è stata l’associazione radicale Per la grande Napoli. Non è un azzardo credere che gli oltre 10 mila elettori campani – circa sette mila solo a Napoli – abbiano pensato a Luigi Mazzotta e ai suoi compagni di militanza e di presidi all’alba in compagnia dei parenti dei detenuti fuori Poggioreale, al momento di tracciare la fatidica “X”. Da questa esperienza elettorale, da cui indiscutibilmente il movimento radicale viene fuori con le ossa rotte, è possibile salvare e farne una base di ripartenza proprio la militanza che in un momento di minimo storico per i Radicali in Italia ha visto avvicinarsi anche tanti giovani alle nostre battaglie. Una goccia nell’oceano, forse, se rapportati a quelli che affollano le piazze di Beppe Grillo, vero trionfatore di questa tornata elettorale ma un patrimonio che merita ugualmente di essere difeso e coltivato.

Tutto ciò, ammesso che tra i Radicali vi sia ancora qualcosa che si abbia voglia di difendere, coltivare e addirittura valorizzare mentre Marco Pannella predica calma – inascoltato, a dir poco – e si appresta a dettare le nuove strategie per una lotta che dovrebbe prescindere dal dato elettorale. Resta da capire in quanti saranno ancora disposti ad ascoltarlo e a seguirlo. Caro Marco, volgi il tuo sguardo al Sud e forse capirai che, almeno qui, il movimento radicale è ancora vivo e integro nei suoi valori più puri.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=9881&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=amnistia-giustizia-liberta-allo-02-nonostante-l%25e2%2580%2599impegno-al-sud-quale-futuro-per-i-radicali

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