Campania indebitata fino al 2036 L’effetto derivati colpisce i cittadini
Tanto che oggi il Pd – con il segretario regionale Enzo Amendola, il capogruppo in Consiglio regionale Umberto Del Basso De Caro e il consigliere Raffaele Topo – tende la mano alla giunta di centrodestra: «È un dovere della pubblica amministrazione procedere periodicamente con la verifica e l’eventuale revisione delle operazioni finanziarie. Nel caso della Campania la vicenda della stipulazione di derivati tra il 2003 e il 2006 merita dunque i necessari approfondimenti e non va strumentalizzata.
Noi siamo pronti fin da ora a sostenere tutte le iniziative utili e necessarie a difesa degli interessi della Campania. Caldoro renda pubbliche tutte le documentazioni del caso e noi saremo disponibili a collaborare, purché si utilizzino seriamente le sedi preposte. In primis quella del Consiglio regionale».
La giunta Caldoro, come anticipato in esclusiva dal Mattino, ha deciso di vederci chiaro avviando un’inchiesta interna, curata direttamente dall’assessore al Bilancio Gaetano Giancane e dai suoi collaboratori. È tutto nero su bianco nel dossier di 359 pagine in cui si ripercorre, con tanto di dati e grafici, la storia dei contratti siglati da Palazzo Santa Lucia con un gruppo di banche (Opi, Banca nazionale lavoro, Monte dei Paschi di Siena, Dexia Crediop, Merrill Lynch, Ubs, Barclays Capital, Deutsche Bank).
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