In carcere 21 anni per errore: ora chiede 69 milioni allo Stato
TORTURA
Che, si scoprirà dopo, era stata estorta con la tortura. I giudici non se n’erano accorti e lo avevano condannato all’ergastolo. Come tutti gli ergastolani Gulotta aveva perso anche i diritti civili, anche la possibilità di sposare la donna che amava, pronta a impalmarlo anche nella cappella del carcere. Gulotta sembrava dunque destinato a morire in prigione, come già era accaduto a un suo presunto complice, deceduto pochi mesi dopo l’arresto.
REVISIONE
A consegnare al suo legale fiorentino, Pardo Cellini, un grimaldello per scassinare la serratura della cella era arrivato invece un ex ufficiale dei carabinieri, Renato Olino che, nel 2007, aveva raccontato come le confessioni di Gulotta e degli altri presunti complici fossero state ottenute dopo terribili torture da parte dei carabinieri. L’ufficiale si era dimesso dall’Arma e non aveva retto al rimorso. La sentenza di revisione della condanna è arrivata a febbraio scorso. E solo adesso è diventata definitiva, dopo che la procura generale ha rinunciato a ricorrere in Cassazione. Contestualmente è arrivata la decisione di chiedere il maxirisarcimento: «Abbiamo fatto il conto basandoci sulle tabelle del tribunale di Milano – spiega l’avvocato Pardo Cellini – Se la richiesta amichevole non dovesse essere presa in considerazione siamo pronti ad iniziare un nuovo processo».
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