Liste Pdl, fuori Cosentino e gli “impresentabili”. Ore convulse prima del deposito degli atti
di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 21-01-2013
Oggi pomeriggio a Napoli si sono vissute ore convulse, ruotanti attorno alla presentazione delle liste del Pdl nella nostra regione per le prossime elezioni del 24 e 25 febbraio. A dispetto di quanto trapelato fino alla mattinata, tra i candidati non appaiono i cosiddetti “impresentabili”, in primis Nicola Cosentino. C’è invece Luigi Cesaro, ma il pomeriggio azzurro è stato caratterizzato da una serie di fatti quanto meno dubbi, solo in parte spiegati da Francesco Nitto Palma (foto a sinistra) e dal presidente della Provincia. Chi, invece, si è astenuto da ogni commento è Gianfranco Rotondi.
Andiamo con ordine. Il Pdl aveva chiuso la sua lista fin dal mattino, quando tutti i candidati avevano apposto la loro firma in calce al modulo di accettazione della candidatura. Nel primo pomeriggio, direttamente da Roma è giunto il dictat di Angelino Alfano – dunque di Silvio Berlusconi – che ha di fatto preteso l’esclusione di Cosentino e di altri candidati “scomodi” dalle liste per Camera e Senato. A salvarsi sono stati solo Luigi Cesaro e Amedeo Labboccetta, per i quali non si è ritenuto di dover provvedere all’epurazione. Out invece Marco Milanese – autoesclusosi in mattinata – e Alfonso Papa, nonostante una situazione processuale alleggeritasi nel corso delle settimane. Non l’ha presa bene, Cosentino, che avrebbe fatto letteralmente sparire – intorno alle 15 – i moduli con le liste complete del Pdl in Campania. Resosi irreperibile a poche ore dalla chiusura dei termini per la presentazione in Corte d’Appello, Cosentino ha costretto gli azzurri a rifare letteralmente le liste. Tutti i candidati si sono ritrovati all’hotel Terminus, dove hanno nuovamente sottoscritto l’accettazione della candidatura. La circostanza della “fuga” di Cosentino, tuttavia, non è stata confermata da nessuno dei politici presenti. Altro motivo di discussione tra cronisti e addetti ai lavori all’esterno del Palazzo di Giustizia, risiedeva nelle persone che effettivamente potevano aver accesso alla Corte per consegnare la documentazione.
Nella serata di ieri – termine ultimo per la designazione dei presentatori delle singole liste – sembrava che fossero due fedelissimi di Cosentino a doversi incaricare della presentazione dei moduli. Invece, è stato Francesco Nitto Palma, commissario Pdl in Campania, a recarsi in un primo momento – non si sa bene per quale motivo – in Corte d’Appello nel pomeriggio, prima di farvi ritorno verso le 19 – a un’ora o poco più dalla scadenza – quando ha depositato liste e documenti. A detta dei protagonisti, Cosentino non solo avrebbe rinunciato sua sponte alla candidatura, ma sarebbe stato da sempre Francesco Nitto Palma a detenere sia i moduli che la facoltà di presentarli alla Corte d’Appello. Mistero risolto, forse, anche perché a osservare gli atteggiamenti e la tensione serpeggiante nella biblioteca della Corte – sede del deposito delle liste – con Palma che passava dal banco della Camera a quello del Senato e viceversa, preso da diverse telefonate e attorniato da diversi collaboratori – altro fatto insolito – viene da pensare che fino all’ultimo le posizioni siano rimaste in bilico. Alla fine, uno dopo l’altro, i protagonisti si sono soffermati a parlare coi numerosi giornalisti presenti. Oltre ai cronisti, presenti anche alcune delegazioni di partiti concorrenti che già avevano depositato le liste, intente a verificare che tutto si svolgesse nella legalità. Segnatamente il Pd e i Radicali nella loro articolazione napoletana. Il primo a parlare è stato Luigi Cesaro. Secondo il presidente della Provincia, l’esclusione di Cosentino ” è una cosa dolorosa perché è una persona che per tanti anni è stato il leader politico di questo movimento”. Cesaro ha inoltre smentito la voce secondo cui la nomina di Nitto Palma a presentatore della lista sarebbe avvenuta fuori tempo massimo.
Gianfranco Rotondi, secondo a uscire dall’affollata sala della Corte d’Appello di Napoli, si è trincerato dietro un “no comment”, tirandosi indietro anche dinanzi alla domanda di un collega che gli aveva semplicemente chiesto se gli piacesse la lista presentata dal partito che pure lo ha candidato. Una non risposta più esplicativa, forse, di tante parole. Come quelle pronunciate da un Nitto Palma che, uscito provato dall’ora circa trascorsa all’interno della sala per depositare gli atti, ha risposto alle numerose domande dei cronisti che lo attendevano all’esterno, difendendo la coerenza del partito e attaccando il Pd. Secondo Palma, la linea prevalsa è stata quella di Silvio Berlusconi, che aveva chiesto un partito senza inquisiti in lista. Al netto di qualche eccezione, Palma ha spiegato che non ci saranno inquisiti ma che, nonostante l’esclusione, viene riconosciuto a Cosentino di aver compreso il momento e di essersi fatto da parte. Parole pronunciate nello scetticismo generale. Palma ha inoltre difeso Cosentino, spiegando che fu sconfitto quando si candidò presidente della Provincia di Caserta e di non aver mai ottenuto particolari consensi nella zona di Casal Di Principe, dove anzi spesso è stato battuto. Tutto ciò, per dimostrare l’inesistenza di possibili voti di scambio, anche per via della legge elettorale che non prevede le preferenze a livello nazionale.
L’ex Guardasigilli ha attaccato il reato di concorso esterno in associazione camorristica per cui è imputato Cosentino e ha negato che, in qualche misura, a prevalere sia stata la linea di Stefano Caldoro, avversario da sempre dell’ormai ex numero uno campano del Pdl. Il modo piccato con cui Palma ha liquidato la domanda de “la Libera” su Caldoro, dimostra ancora una volta l’isolamento in cui è immerso nel Pdl il Governatore della Campania. Poi Palma ha attaccato il Pd – ripetutamente, a dire il vero – ricordando che: “mentre noi non candidiamo gli inquisiti, il Pd al Senato candida una persona accusata di calunnie nei confronti di un uomo della Guardia di Finanza”. In un lampo il garantismo pidiellino svanisce, ma in campagna elettorale gli azzurri ci hanno abituati a questa e a ben altre contraddizioni. L’era Cosentino, in ogni caso, è ufficialmente terminata e non resta che attendere se e quando il casalese deciderà di “rovinare” coloro i quali gli hanno improvvisamente voltato le spalle, come pure avrebbe promesso appena 24 ore fa.
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