L’abbraccio di Poggioreale alla “Grande Napoli”. Oltre 350 firme in un solo tavolo

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 18-01-2012

Mentre gli altri soggetti politici che pure avrebbero la stessa esigenza non sembrano porsi più di tanto il problema di raccogliere le firme, i Radicali sono in frenetica attività quotidiana per le strade delle nostre città, con l’obiettivo di raccogliere le 30 mila firme necessarie alla partecipazione alle elezioni. Entro la fine di questa settimana si conosceranno i destini della lista Amnistia, Giustizia e Libertà. La giornata che volge al termine è stata caratterizzata, a Napoli, da un tavolo “fiume” che ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini del capoluogo campano e della Provincia, nel quale l’associazione radicale Per la grande Napoli ha fatto registrare un risultato più che soddisfacente. La corsa contro il tempo è ancora nel pieno, ma col passare delle ore aumenta la consapevolezza che a Napoli ce la possiamo fare.

Ancora una volta, come già accaduto per le raccolte di firme a sostegno della campagna Amnistia Subito o per la proposta di legge Bernardini sulla coltivazione della canapa, Poggioreale si è confermata una vera miniera d’oro in termini di sottoscrizioni e di affetto. Non potrebbe essere altrimenti, in una città col peggior carcere d’Europa, in grado di fagocitare milioni su milioni all’anno per offrire trattamenti sempre meno umani a chi ha la sventura di finirci dentro. Forse però non è solo la natura di abominio giuridico e umano rappresentata dal carcere napoletano a descrivere il connubio ormai inscindibile fra la comunità penitenziaria, le famiglie dei detenuti e l’associazione radicale Per la grande Napoli. Un uomo come Luigi Mazzotta, capolista al Senato, incarna in prima persona il concetto di amnistia e di empatia nei confronti di chi soffre più del dovuto nello scontare la sua giusta pena, meno giusta se preventiva o se causata da condotte illecite “senza vittime”. Per diversi mesi, quasi ogni mattina Mazzotta – insieme ad altre militanti come Maddalena Artucci, Angela Micieli e Paola Laperuta – ha vissuto dalle prime luci dell’alba, ore e ore di sofferenza e umiliazione inflitta ai parenti dei detenuti. Infatti scontano anch’essi una pena, ancora più insopportabile perché lesiva della dignità e ingiusta perché non comminata da alcuno. Come descrivere altrimenti le file chilometriche e le perquisizioni a cui ogni volta sono soggette le persone in visita, con tanto di questioni legate finanche al cibo o agli indumenti per i ristretti?

A loro si è rivolto Mazzotta e i suoi “parenti” hanno risposto presente, hanno capito la necessità di una firma per poter nutrire ancora la speranza di una Giustizia finalmente rispettosa delle leggi europee. Così, immediatamente dopo le visite ai cari detenuti, centinaia di madri, padri, fratelli, mogli, sorelle e fidanzate dei carcerati, dalle 9 alle 18 di oggi, si sono riversati in massa a firmare per la lista e per la speranza, spesso coi propri bimbi in braccio o al seguito. Trascorrendo l’intera giornata a raccogliere firme – insieme a Emilio Martucci e Paolo Breccia – chi scrive ha potuto ulteriormente constatare come errato sia lo stereotipo che vorrebbe tali persone rozze, ignoranti, di scarsa rispettabilità o quant’altro. Certo, in una realtà come Napoli capita di imbattersi in parenti di persone che si sono macchiate di gravi reati e che in qualche modo possono avvicinarsi allo stereotipo. Tuttavia, queste non fanno altro che chiedere una detenzione dignitosa, consapevoli che per i loro congiunti non potrà esserci un ritorno a casa anticipato. Ciò nonostante, la loro firma non manca.

Così come non manca la firma di persone,ragazze e donne in particolare, che mai penseresti potrebbero avere a che fare col mondo penitenziario. Persone piene di dignità, dai modi gentili e  in grado di parlare in italiano forse anche meglio del sottoscritto, che rendono ben chiaro il concetto di come davvero possa capitare a chiunque di avere un marito, un parente o un amico che per qualche ragione finisce dentro. Ironia della sorte è capitato anche a me in questi giorni di venire a conoscenza dell’arresto di una persona che conosco e ho provato un brivido di angoscia mista a forte empatia – nonostante tutto, nonostante abbia sbagliato – che ancora adesso stenta a passare. Il carcere non è un mondo a parte ma è in mezzo a noi, grazie anche a una persona come Don Franco Esposito, cappellano di Poggioreale, che con le sue iniziative ricorda sempre quanto meriti di essere rispettata la dignità di tutti gli esseri umani, anche di quelli che sbagliano. Oltre 350 firme raccolte solo in questa giornata, che si sommano alle altre centinaia dei giorni precedenti. Fare la conta e credere di avercela fatta sarebbe sbagliato, ma l’associazione radicale Per la grande Napoli non corre questo rischio. Domani, infatti, ancora un tavolo “fiume” a Poggioreale, il terzo in pochi giorni, cui si affiancherà un ulteriore appuntamento a via Scarlatti e un altro serale a piazza Bellini. Il tutto salvo imprevisti. Tavolo anche a Volla, mentre oggi la raccolta firme ha avuto luogo con buon esito a Torre del Greco e procede spedita anche a Pozzuolicoordinata da Roberto Gaudioso e da Mariangela Pisano.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=9389&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=l%25e2%2580%2599abbraccio-di-poggioreale-alla-%25e2%2580%259cgrande-napoli%25e2%2580%259d-oltre-350-firme-in-un-solo-tavolo

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