Furto al clochard di piazza san Domenico. Una sedia a rotelle nuova per Vincent
Il furto. Una triste storia che sembra aver toccato il fondo pochi giorni fa, quando alcuni balordi hanno rubato la sedia a rotelle con la quale si spostava. Una notizia pubblicata domenica sera sul sito del Mattino e rilanciata in pochi istanti su migliaia di computer e smartphone di tutta la città grazie alla rete dei social networks. Il tam tam digitale per aiutare Vincent ha dato i suoi frutti: qualche animo buono ha regalato – nel buio e nel silenzio della notte – una nuova sedia a rotelle ed un ombrello al clochard di piazza San Domenico Maggiore.
Ma non basta. Vincent affetto anche da disturbi psichici, rifiuta qualsiasi tipo di assistenza sanitaria, come spiega l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Sergio D’Angelo, che segue ogni sviluppo della vicenda: «Conosciamo bene Vincent e i nostri servizi sociali seguono il suo caso da molto tempo. A dicembre è stato ricoverato in una struttura ospedaliera ma poche ore dopo è scappato via. Vincent – spiega D’Angelo – rifiuta qualsiasi tipo di assistenza ed è praticamente inavvicinabile». Tso. A questo punto il Comune di Napoli potrebbe intervenire con un trattamento sanitario obbligatorio (Tso), vale a dire delle cure mediche obbligatorie, motivate da necessità e urgenza cliniche, dovute al rifiuto al trattamento del soggetto. «La procedura del Tso – spiega l’assessore D’Angelo – richiede una serie di autorizzazioni e contiamo di essere pronti per l’alba di mercoledì prossimo. Ovviamente si tratta di una soluzione estrema ma prevista dalla legge. Noi, comuque, continueremo a parlargli per convincerlo a ricevere le cure mediche».
Gli aiuti. La gara di solidarietà, intanto, continua: «Sono arrivati beni di prima necessità, riviste e blocchetti per appunti – raccontano Francesco Borrelli dei Verdi ed il consigliere Carmine Attanasio – Questo barbone è probabilmente un artista che continua a scrivere e disegnare nonostante la condizione in cui si trova. Ha perso circa 20 chili e fa i suoi bisogni sempre nello stesso posto senza che nessuno abbia mai pulito o disinfettato. Non può cercarsi il cibo, delira e si percuote creandosi da solo anche gravi ferite. A volte è in grado di accettare la carità, a volte non è neppure in condizione di capire chi vorrebbe aiutarlo ed inveisce contro i passanti. Beve e fuma molto».
Lettera al consolato. Ad accendere i riflettori sulla triste storia di Vincent è stato un abitande del quartiere, Gabriele Casillo, presidente dell’associazione Corpo di Napoli, che ha raccontato la storia al Mattino: «Io continuerò a monitorare anche nei prossimi giorni lo stato di salute di Vincent e sono pronto anche a contattare il consolato francese per risolvere definitivamente la questione. Cose del genere non accadono, specialmente nel 2013, in altre grandi metropoli italiane ed europeee. Bisogna aiutare quest’uomo che, a mio parere, ha deciso di abbandonarsi in questo modo per morire. Noi, nonostante tutto, non abbandoneremo Vincent al suo destino».
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