Pd, a Napoli i conti (e i voti) non tornano mai
di Vincenzo Iurillo, da “il fatto quotidiano”, 05-01-2013
Il film delle parlamentarie Pd di Napoli assomiglia a quello già visto alle primarie del 2011 per la scelta del candidato sindaco. Le ricordate? Furono le primarie dei cinesi in fila ai seggi e dei voti ogni 51 secondi, concluse con l`azzeramento dei risultati per i presunti brogli e con il Pd in macene, lasciando campo libero alla vittoria arancione di Luigi de Magistris. E ora ci risiamo. I dati sbucati dalle urne del 29 dicembre per scegliere gli aspiranti deputati e senatori del partito di Bersani ci consegnano picchi di affluenze sospette. In una ventina di casi superiore persino a quella del primo turno delle primarie di coalizione, cosa sostanzialmente impossibile, perché la platea elettorale era ristretta agli elettori del primo turno, allargata agli iscritti Pd che non avessero votato.
AFFLUENZE COSÌ anomale che un paio di candidati, Valeria Valente e la senatrice uscente Annamaria Carloni, hanno presentato un ricorso alla direzione nazionale Pd. Spicca il caso di Melito, a nord di Napoli, dove hanno votato in 2018 contro i 1405 presentatisi alle urne il 25 novembre. È la città della candidata Pd Michela Rostan, che qui ha raccolto 1872 con sensi, praticamente un plebiscito. Lo zio, Giuseppe Rostan, è indagato dalla Dda di Napoli per la lottizzazione del “Parco Primavera”, realizzato secondo i pm coi proventi del clan Di Lauro, e la famiglia Rostan, noti costruttori del luogo, ha avuto stretti rapporti con l`ex sindaco ed ex presidente della Margherita Alfredo Cicala, citato dal pentito Maurizio Prestieri come “l`unico politico ammesso ai summit del clan Di Lauro”.
A Villaricca, di fronte a un elenco di 1085 elettori del 25 novembre, hanno votato “democrat” in 1142. A Crispano non solo l`affluenza è andata oltre i numeri del primo turno, ma anche il dato delle preferenze sarebbe superiore a quello delle schede votate e registrate. Anche a Portici, la città di Vincenzo Cuomo, il sindaco che si è dimesso per tentare di entrare in Parlamento tramite le primarie, c`è stato il boom. Al primo turno avevano votato 3986 persone. Alle parlamentarie Pd hanno sono in 3603. E altri 1323 hanno votato nell`albo di Sei. Totale dei due partiti: 4926,940 in più del 25 novembre. Incremento pure ad Agerola, Boscotrecase, Camposano, Casamicciola Terme, Casandrino, Castello di Cisterna, Cimitile, Ottaviano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Sant`Antimo e Visciano e nei seggi napoletani di Miano, Pendino, Pianura, San Giovanni a Teduccio, Secondigliano e Vicaria
SIAMO DI FRONTE a episodi di truppe cammellate o qualche manina ha gonfiato le urne a seggi chiusi? A Roma sarebbero arrivati esposti dettagliati con le indicazioni dei nomi e dei cognomi dei testimoni dei presunti brogli, e la descrizione delle tecniche utilizzate per sofisticare il risultato. Vicende inquietanti, ma tutti da verificare, che gli stessi denuncianti per ora preferiscono non dettagliare alla stampa. Restano le cifre. Che da sole dicono molto. Dicono che a Napoli si è sfiorato il 90% dei votanti del ballottaggio, rispetto a una media nazionale tre volte inferiore. E dicono che alle ore 18 del 29 dicembre il segretario napoletano del Pd Gino Cimmino dichiarava un`affluenza alle urne di 30.000 elettori. Diventati poi 60.000 appena tre ore dopo. Raddoppiati al ritmo mostruoso di 171 elettori per ognuno dei 175 seggi tra Napoli e provincia. In pratica uno al minuto. Durante un sabato sera incastrato tra le feste di Natale e Capodanno.
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