VII Congresso dei Radicali Per la Grande Napoli. Si apre una nuova fase politica radicale in città

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 17-12-2012

Si è svolto ieri al Terminus hotel di Napoli, il settimo congresso dell’associazione radicale Per la Grande Napoli. L’assise annuale del laboratorio politico radicale sul nostro territorio, si è sviluppata come di consueto in due distinti momenti. Al mattino sono intervenuti gli ospiti in rappresentanza di altri partiti e associazioni, territoriali e nazionali. La sessione pomeridiana dei lavori, invece, ha visto la conferma alla presidenza di Rodolfo Viviani e alla tesoreria di Roberto Gaudioso, mentre è stato eletto un nuovo segretario. Al posto di Luigi Mazzotta, che dirigerà la locale cellula di Nessuno Tocchi Caino, è stato eletto Giuseppe Alterio.

Non si può non partire, nell’analisi della giornata di ieri, dalle parole con cui Luigi Mazzotta ha annunciato, aprendo i lavori dopo il saluto iniziale di Rodolfo Viviani, quello che per i militanti era un passo già noto da tempo, ovvero il passaggio del testimone a un nuovo segretario: “oggi per me è un gran giorno – ha detto Mazzotta dal palco – perché posso finalmente congedarmi e passare il testimone della segreteria a un nuovo dirigente, che rappresenterà una continuità per un’associazione in costante crescita come la nostra”. Parole pronunciate alle presenza di Sergio D’Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino, che ha visto nascere la prima cellula territoriale di quest’associazione. Diretta proprio da Mazzotta, la cellula napoletana di “Caino” può già contare su sette militanti, un numero destinato a salire fin dai prossimi giorni con nuove iscrizioni pronte a giungere a breve – tra cui quella di chi scrive -.

Passando agli interventi dei tanti ospiti intervenuti nella fase mattutina del congresso, particolarmente interessante è stato quello di Giuseppe De Cristofaro, segretario provinciale di Sel. È partito con l’autocritica, De Cristofaro, ricordando gli anni in cui per eccesso di antiberlusconismo, la sinistra si è votata a un giustizialismo che non apparteneva al suo dna. Interloquendo con Sergio D’Elia e ricordando il breve periodo in cui condivisero l’esperienza in Parlamento, De Cristofaro ha definito l’indulto, come “unico provvedimento serio votato durante il periodo del Governo Prodi“. A conferma di ciò, De Cristofaro ha rivendicato di aver dovuto “difendere quel provvedimento non tanto dalla rabbia dei cittadini della strada, quanto all’interno delle riunioni del mio stesso partito. Molti a sinistra si scandalizzarono per quel voto, non chiedendo che fosse reso loro conto di ben altre vicende che potevano essere al centro di eventuali rivendicazioni. Dentro questa vicenda c’è tutta la sconfitta culturale della sinistra, quando ha scelto il giustizialismo per sconfiggere Berlusconi. Do’ atto ai Radicali di non aver mai mollato su queste questioni”. Dopo il suo intervento, ancora una volta mirante a ricordare la necessità di un’amnistia e di un ripristino di legalità nelle carceri, De Cristofaro si è iscritto a Nessuno Tocchi Caino.

Ben altro impatto ha avuto l’intervento, criticato da più parti – compreso chi scrive – del commissario regionale dei Verdi, Francesco Borrelli. Secondo il dirigente ambientalista – settore essenziale in caso di eventuali possibili alleanze sotto il simbolo della Rosa nel Pugno – i Radicali dovrebbero liberarsi dell’ingombrante figura di Marco Pannella – tesi non certo nuova – e rendersi conto che nelle carceri vi è una gran parte di detenuti che sconta pene per crimini gravissimi. Borrelli forse ignora il dato sulla carcerazione preventiva – 40% del totale, di cui la metà assolti alla fine del processo – e sull’enorme incidenza di reati connessi al consumo o piccolo spaccio di droghe, piccoli furti e violazioni alle leggi sull’immigrazione. Borrelli ha inoltre ricordato l’integrità morale dei Radicali, storicamente mai implicati in questioni relative a tangenti o a reati contro la Pubblica Amministrazione, citando le lotte di vent’anni fa contro il finanziamento pubblico ai partiti. Un intervento in salsa agrodolce, che non sminuisce comunque il senso della presenza e del dialogo che si spera di instaurare con forze compatibili col progetto rilanciato due giorni fa da Marco Pannella, ovvero il ritorno alla Rosa nel Pugno. Proprio le condizioni drammatiche di Marco Pannella – ricoverato dopo cinque giorni di sciopero della fame e della sete – sono state più volte evocate dai numerosi oratori succedutisi al palco.

Il parterre di politici presenti in sala, ha visto anche la “lectio magistralis” del Senatore Luigi Compagna e l’intervento di Alfonso Papa, che ancora una volta ha ricordato l’immobilismo del Parlamento a legiferare sul tema Giustizia. Sergio D’Elia ha portato all’attenzione della platea un tipo di sovraffollamento che non sempre viene tenuto presente quando si ragiona sull’opportunità di un’amnistia: “in Italia non abbiamo solo un sovraffollamento carcerario ma anche un sovraffollamento giudiziario. L’indulto del 2006 fu un provvedimento monco, senza l’amnistia. Essa avrebbe consentito di eliminare sia il sovraffollamento nelle carceri, che quello nelle aule di Tribunale”. Lungo e dettagliato è stato l’intervento del Senatore Marco Perduca, esponente radicale eletto nelle liste del Pd. Perduca ha parlato non solo di carceri ma più in generale del “caso Italia”, spostando gli orizzonti del pubblico anche su vicende transnazionali. Ha ricordato il ruolo della “nostra associazione” – ha detto Perduca, iscritto a tutti gli effetti – nella vicenda di Biram in Mauritania e ha richiamato l’attenzione di Demba Traorè al soggetto politico di cui è segretario, il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito. In questo periodo, infatti, il maliano avvocato Traorè è totalmente immerso nelle vicende tumultuose e a dir poco magmatiche, che riguardano la politica – con annesso il rispetto dei diritti – del Mali.

Sono intervenuti anche Mario Barone, vice presidente regionale di Antigone e la scrittrice nonché collega di “Panorama”, Annalisa Chirico. Quest’ultima ha presentato alla platea il suo libro, Condannati Preventivi – per chi volesse approfondire su questo interessante testo, clicca qui – mentre Mario Barone ha fornito un elenco di cifre e di dati relativi al mondo carcerario, con particolare riferimento a quello sulle misure alternative. Antigone continua a chiedere con forza che queste possano essere tenute in maggiore considerazione – in primis dal Guardasigilli, Paola Severino – e che il carcere possa tornare a essere l’estrema ratio. Si segnala anche l’intervento di Laura Stirner, in rappresentanza di Everyone, una Ong che si occupa di difesa e tutela dei Rom e di un rappresentante della comunità Tanzaniana. Nel pomeriggio, quando è partita la fase prettamente congressuale, è stata approvata la mozione generale presentata dal segretario eletto, Giuseppe Alterio – foto a destra – in un happening che si è concluso, di fatto, con la proclamazione dei vertici senza che vi fossero candidature alternative. Si apre una fase nuova nell’associazione radicale Per la Grande Napoli, che potrebbe vedere la nascita di un nuovo organo dirigenziale, su cui tra non molto saremo in grado di fornire maggiori dettagli. Nel frattempo, dopo la festosa giornata di ieri i “commilitonti”, usando il termine coniato dal milanese Franco Levi – anch’egli iscritto all’associazione e in compagnia della sua signora, nonché del suo altrettanto inseparabile berretto dell’Inter con sotto un copricapo ebraico nerazzurro… – saranno presto di nuovo nel loro habitat naturale: la strada. Si attende a giorni la ripresa della mobilitazione, con l’obiettivo di raccogliere le firme necessarie per la candidatura radicale alle prossime elezioni Politiche.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8999&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vii-congresso-dei-radicali-per-la-grande-napoli-si-apre-una-nuova-fase-politica-radicale-in-citta

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