Emma Bonino, una figura che aiuta la buona politica
di Paolo Izzo pubblicato su Il Secolo XIX, il 14/12/12
Suona come una sentenza la dichiarazione di Emma Bonino con cui la leader radicale definisce “né indispensabile né automatica” una sua candidatura a ruoli istituzionali. Una amara sentenza per chi, invece, la pensa proprio all’opposto. Perché – soltanto per citare il più recente passato – la semplice candidatura alle elezioni regionali del Lazio di una donna che parlava di fantasia e di “realtà umana”, portò al fare politica un entusiasmo che non si vedeva da anni, se non da decenni: una ventata di respiro anche in persone che ormai facevano dell’antipolitica la loro consuetudine. Non si era mai vista un’opposizione al governo di centrodestra come quella che realizzò Bonino in soli due mesi di campagna elettorale: facendo letteralmente impazzire Berlusconi e vistosamente tremare le gerarchie vaticane, mettendo anche in difficoltà un centrosinistra sempre ambiguo e incerto quando si tratta di diritti civili e restituendo alla politica quella faccia di umanità che essa dovrebbe avere. È questo il motivo per cui starei con Emma, se ci ripensasse: perché anzi sarebbe lei “a stare con noi”, laici e libertari, che ancora pensiamo che la politica sia innanzitutto rapporto interumano.
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