Intervento di Mario Staderini su Il Sole 24 Ore in merito alle prossime elezioni

di Mario Staderini da “Il sole 24 ore”, 01/12/12

Nell’editoriale pubblicato domenica, Giuliano Amato ha tentato di togliere dal tavolo l’argomento secondo cui modificare la legge elettorale negli ultimi mesi della legislatura costituisce violazione di un vincolo europeo.

Lo ha fatto contestando il valore giuridico precettivo del principio di stabilità del diritto elettorale elaborato dalla Commissione di Venezia (fatto proprio dal Consiglio d’Europa) ed escludendone in ogni caso l’applicabilità nel merito al caso italiano.

Al professor Amato sarà di certo sfuggita la sentenza Ekoglasnost/Bulgaria del 6 novembre scorso con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Bulgaria per aver cambiato legge elettorale a pochi mesi dal voto. Sentenza che si fonda proprio sul principio elaborato dalla Commissione di Venezia, riconosciuto quale patrimonio elettorale europeo e parametro per giudicare il rispetto del diritto a libere elezioni.

Nel caso in cui si cambiasse il sistema elettorale con un blitz di fine legislatura, dunque, l’Italia andrebbe incontro a una pressoché certa condanna della Corte di Strasburgo per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La stessa giurisdizione italiana dovrebbe intervenire perché, come chiarito dalla Corte costituzionale, una legge che non sia conforme alla Convenzione -così come interpretata dalla Corte europea- violerebbe l’articolo 117 della Costituzione.

A nulla varrebbe, poi, interrogarsi se il mutamento di sistema elettorale sarà davvero uno strumento che le forze politiche di maggioranza manovreranno a loro favore.

Entreremmo nel campo delle opinioni, mentre l’unico criterio valido è quello temporale, proprio perché oggettivo: non si cambia sistema elettorale un anno prima del voto. Con il principio di stabilità, infatti, si vogliono evitare non solo le manipolazioni a favore di chi è al potere, ma anche le stesse apparenze di manipolazioni.

Da questo punto di vista il danno è oramai fatto, anche se non si arrivasse ad alcuna modifica: a pochi mesi dal voto c’è incertezza su tutto, mentre si rincorrono proposte che mutano in base ai risultati dell’ultimo sondaggio. È immaginabile che qualcosa di simile accada in Germania, in Inghilterra o negli USA? Perché questa realtà sia almeno conoscibile agli italiani il deputato radicale Maurizio Turco è in sciopero della fame dal 17 settembre.

La verità è che la manipolazione del diritto elettorale in Italia è divenuto il vero modus operandi per imbrigliare la sovranità popolare. Da otto anni le leggi elettorali vengono cambiate nell’anno che precede il voto: è accaduto in occasione delle elezioni regionali del 2005, delle politiche del 2006, delle europee del 2009, delle regionali del 2010, delle regionali che si terranno nel 2013 in Lombardia e nel Lazio.

Ma non è un problema solo di stabilità del sistema di voto.

L’intero procedimento elettorale non rispetta gli standard di democrazia definiti a livello internazionale. Si parte dalla fase di accesso alle elezioni, dove l’onere della raccolta firme si è trasformato in strumento per impedire la presentazione delle liste a chi rispetta le regole, favorendo frodi elettorali che resteranno impunite (si vedano i recenti casi di Lombardia, Piemonte e Liguria).

Peraltro, chi oggi volesse iniziare la raccolta firme come consentito dalla legge non potrebbe farlo perché nemmeno sono stati predisposti i moduli istituzionali.

Quanto alla campagna elettorale, ci arriviamo con le solite lottizzazioni, gli stessi conflitti di interessi e un fatto senza precedenti nelle democrazie mature: le tribune politiche, previste come obbligatorie dall’ordinamento, sono cancellate da oltre 4 anni. Per non parlare dell’affissione di manifesti, con una serie ininterrotta di sanatorie che dal 1996 garantisce l’impunità a chi viola sistematicamente le leggi.

Alla luce di tutto ciò, possono le prossime elezioni definirsi democratiche? E’ questa la priorità che dovrebbero avere il Parlamento e il Presidente della Repubblica. Quanto alla legge elettorale, basterebbe stabilire che il nuovo sistema varrà solo dalle elezioni successive a quelle del 2013. Sono certo che così, liberati dagli interessi contingenti, i parlamentari discuteranno del sistema migliore piuttosto che di quello più conveniente. E ci metteremmo al sicuro nel caso si dovesse rivotare a breve.

Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8873&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=intervento-di-mario-staderini-su-il-sole-24-ore-in-merito-alle-prossime-elezioni

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