Greenpeace imbratta la capitale con affissioni selvagge e abusive
Incredibile Greenpeace imbratta i muri delle capitale con affisioni abusive. Persino i muri di palazzi storici stando alle foto che circolano in rete.
Un gesto davvero ”fossile” tipico della peggiore “politica fossile” da cui Greenpeace vorrebbe distinguersi.
Dalla bella piattaforma della campagna “Io non vi voto”, tutta social e interattiva, non si capisce come gli ambientalisti castigatori delle cattive abitudini di aziende e governi di tutto il mondo siano potuti cadere nella peggiore abitudine della politica “de noantri” dei Bersani, dei Fini, dei Casini, dei Renzi che compaiono nei manifesti “ecologisti” di Greenpeace Italia.
Il vizio delle affissioni abusive e illegali che dilagano nella Capitale mostra tutto il senso di illegalità, impunità e prepotenza dei partiti. Una prassi che danneggia l’ambiente, danneggia le casse comunali a cui non vengono pagati i diritti di affissione, danneggia chi affigge regolarmente e viene coperto dagli abusivi, danneggia chi non si abbassa a questo tipo di comunicazione politica.
La recente campagna referendaria di Roma Sì Muove – su temi cari a Greenpeace come lo stop al consumo di suolo, della mobilità sostenibile, della Strategia rifiuti zero nella gestione dei rifiuti – ha mostrato come sia possibile fare politica e attivare la partecipazione e l’iniziativa popolare senza fare nemmeno una affissione abusiva. Cioè facendo quello che si promette.
Ma Greenpeace era distratta.
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma.
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