A Grillo, i golpe vanno avanti da decenni. Lotta per democrazia non deve essere strumentale a interessi di fazione
Comunicato stampa di Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani, 12-11-2012
Beppe Grillo fa confusione: il principio di stabilità delle leggi elettorali, per cui non vanno modificate nell’anno che precede il voto, non è stato elaborato all’interno dell’Unione europea bensì dal Consiglio d’Europa e richiamato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il marcio, dunque, sarebbe semmai a Strasburgo, non a Bruxelles.
Ciò premesso, fa piacere che Grillo abbia ancora una volta preso appunti dalle lotte Radicali. Alle elezioni regionali del 2010, infatti, fummo proprio noi a condurre una dura battaglia rispetto alla manipolazione delle leggi elettorali che in ben 6 regioni furono cambiate sino a poche settimane dal voto, come già accadde per le Europee del 2009 e le Politiche del 2006. In quell’occasione ci assumemmo in solitudine i costi di quelle illegalità, non riuscendo a presentare le nostre liste e portando nei tribunali i ricorsi che sono tutt’ora pendenti a causa della bancarotta del sistema giustizia.
Proprio per questo si preferisce che sia Grillo, a cui oggi conviene il Porcellum perché manterrebbe il potere di nomina, a poterne parlare anziché un Radicale. Se lo facessimo noi, infatti, la questione non sarebbe se la nuova legge elettorale favorisce questa o quell’altra fazione, ma cosa fare per restituire a tutti gli italiani i loro diritti civili e politici.
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