Nonostante il regime, nonostante la peste italiana, la domanda è: c’è bisogno ancora di noi
Quest’anno avevo deciso di non iscrivermi a Radicali Italiani e devolvere l’intera cifra del pacchetto al solo Partito Radicale, ma, per un’incomprensione con la tesoreria, mi sono ritrovata, alla fine delle mie rate, iscritta comunque a pacchetto (escluso ERA) e, perciò, anche a Radicali Italiani. Potrei elencare le ragioni che mi avevano portato a una decisione così difficile e mi auspico che il prossimo congresso risolva alcuni nodi politici, interni ed esterni. La prima ragione del mio dissenso è che io, iscritta dal 1976 al Partito Radicale, ho visto emergere all’interno di RI quello che accuratamente si era sempre evitato nel PR, cioè l’esigenza di trasformazione del movimento in “partitino”. Si dirà che Radicali Italiani non è il PR, ma è comunque soggetto costituente della galassia e la voglia di “partitino” è irresistibile: basta leggere le proposte di modifiche statutarie che, con quel preambolo, negano di fatto tutta la storia e la prassi radicale. In tempi passati si parlava di radicali democratici e di radicali nonviolenti, oggi invece emergono proposte “liquide” che, se approvate, porterebbero, secondo me, Radicali Italiani fuori dalla prassi radicale. Mi chiedo come sia potuto succedere che il dibattito interno, non propriamente politico ma generazionale, sia andato [...]