Gli studiosi: «Ai dati della nostra ricerca non si può replicare con idee arbitrarie»

di Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo*, da http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 19-10-2012

Gentile redazione, in risposta alla lettera di Stefano Carlinopubblicata sul Corriere del Mezzogiorno online vorremmo precisare quanto segue: la nostra ricerca pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “Scientific Reports” di Nature, documenta l’analogia dei magmi eruttati durante le eruzioni passate del Somma Vesuvio e dei Campi Flegrei e ne ipotizza, su questa base, una comune origine in profondità. Inoltre, dalla valutazione della velocità di crescita dei cristalli presenti nel magma, si evince che i tempi necessari al raggiungimento di condizioni critiche nella camera magmatica sono compatibili con i tempi di riposo dei sistemi vulcanici, da questo ne consegue che le riserve magmatiche identificate al di sotto dei due vulcani napoletani da studi di tomografia sismica (pubblicati su riviste scientifiche prestigiose tra cui Science) potrebbero già essere pronte ad alimentare anche eruzioni esplosive.

Nessun riferimento viene fatto a scenari apocalitticitipo l’Ignimbrite Campana o il Tufo Giallo Napoletano, che risultano da affermazioni arbitrarie di Stefano Carlino che avrebbe fatto bene a leggere e studiare l’articolo scientifico prima di esprimere le sue considerazioni. Inoltre ricordiamo che, contrariamente a quanto affermato da Stefano Carlino, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche a livello mondiale, non è possibile prevedere l’intensità dell’ eruzione sulla base degli eventi premonitori (deformazioni del suolo, attività sismica etc), di conseguenza non ha alcun senso ipotizzare sulla base della dinamica in atto ai Campi Flegrei quale potrebbe essere lo scenario della futura eruzione. Circa la criticità dei fenomeni bradisismici in atto ai Campi Flegrei dal 2004, citata da Stefano Carlino, uno di noi ha più volte ricordato l’assoluta necessità di un piano di emergenza Nazionale attualmente inesistente ai Campi Flegrei e l’estrema pericolosità delle attività di perforazione profonda nell’area calderica, per cui Stefano Carlino opera come collaboratore. Infine, rinviando ad altra sede le valutazioni sugli eventuali contenuti diffamatori delle affermazioni di Stefano Carlino verso ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ricordiamo che le tesi scientifiche pubblicate e validate da riviste autorevoli vanno confutate solo con pubblicazioni di pari valore e non con opinioni vaghe e prive di rigore scientifico.

*Vulcanologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica
e Vulcanologia – Osservatorio Vesuviano, sezione di Napoli

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8322&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=gli-studiosi-%25c2%25abai-dati-della-nostra-ricerca-non-si-puo-replicare-con-idee-arbitrarie%25c2%25bb

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