Suicidio in cella, è polemica: due morti in dieci giorni

di Daniela De Crescenzo, da “Il Mattino”, 15/10/12

Avrebbe lasciato la cella il 15 novembre, ma non ha resistito e ieri mattina si è ucciso impiccandosi con una cintura nella sua cella del padiglione Avellino del carcere di Poggioreale. A.S. trenta anni, era finito in galera per reati connessi alla droga. Il suo suicidio ha scatenato una nuova ondata di indignazione per la situazione in cui i detenuti si trovano nelle carceri italiane. Reazioni tanto più determinate visto che a fine settembre un altro detenuto si era ammazzato nel penitenziario di Secondigliano. Secondo l’associazione Antigone, la onlus che si occupa dei diritti e delle garanzie nel sistema penale, nel 2011 ci sono stati 154 morti in carcere di cui 53 per suicidio.

A Poggioreale scrive l’associazione nel suo rapporto: «vivono anche in nove in una cella; si fanno turni anche per stare in piedi. E poi una piccola porta, un piccolo lavabo e lì, proprio li, dentro quella sorta di cucina, dietro una tendina c’è il water». Una situazione incivile, comune del resto a tutte le carceri Italiane. L’indice di affollamento in Campania è de1139 per cento, una cifra inferiore alla prima classificata, la Puglia dove si registra un 189 per cento. Indici che, Secondo Antigone, dimostrano come negli istituti di rieducazione restano inosservate tutte le norme più elementari di sicurezza. E i sindacati delle guardie penitenziarie si ribellano. Sostiene il segretario dell’Osapp, Pasquale Montesano «Da anni denunciamo e continuiamo a farlo: c’è un totale assenteismo delle istituzioni rispetto ai problemi delle carceri. Ci vogliono immediatamente soluzioni alternative: anche gli operatori devono essere messi in condizione di lavorare».

«Quella di Poggioreale è 1′ ennesima tragedia che deve fare riflettere. Il Sindacato autonomo polizia penitenziaria è fermamente impegnato per incrementare l’utilizzo del ricorso alle misure alternative al carcere delle persone tossicodipendenti recluse», dice Donato Capace, segretario generale del Sappe, commentando il nuovo suicidio. Il sindacato sottolinea come «nelle carceri italiane più del 25% circa dei detenuti è tossicodipendente e anche il 20% degli stranieri ha problemi di droga». «I suicidi in carcere sono una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma per la sofferenza quotidiana, fino all’impulso a togliersi la vita, di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo»: sottolinea invece la parlamentare radicale Rita Bernardini. «Ma le notizie di morte sembrano non finire – denuncia ancora Bernardini – Stiamo cercando conferma di un altro suicidio avvenuto mercoledì scorso nel carcere di Carinola; in questo caso si tratterebbe di un ergastolano di 55 anni. Infine, rimangono ancora da accertare, secondo gli inquirenti, le cause della morte di un detenuto tunisino avvenuta martedì scorso nel carcere di Busto Arsizio: il cappio, lo sgabello, la testa quasi staccata non sono bastati per definirlo come suicidio». Nei 206 istituti penitenziari al 30 settembre 2011 c’erano 67.428 detenuti. A Poggioreale, sono sempre le cifre di Antigone, ce ne sono in media 2.600, di cui 319 stranieri. La pianta organica prevede la presenza di 904 agenti di polizia penitenziaria, ma ce ne sono solo 650. Dati aggiornati verranno presentati oggi presso la sala “Schermo” del Consiglio Regionale della Campania (Centro Direzionale Isola F/13), con il «Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattamento per migranti in Italia», redatto dalla Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8176&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=suicidio-in-cella-e-polemica-due-morti-in-dieci-giorni

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