Bagnolifutura, lo spettro del fallimento. In Consiglio il piano rilancio della Stu
NAPOLI – A Palazzo San Giacomo spunta un tesoretto da 14,5 milioni per proseguire lavori già avviati, metterne in cantiere dei nuovi e urgenti e dare una boccata d’ossigeno ad aziende sul punto del crack finanziario.
E oggi in aula arriva la delibera sulla Bagnolifutura, i consiglieri decideranno se fare vivere la società o abbandonarla al suo destino, sul groppone della stu pesano 330 milioni di esposizioni debitoria verso le banche. Ventiquattro ore cruciali per il presente e il futuro di Palazzo San Giacomo. Il sindaco Luigi de Magistris e il suo vice Tommaso Sodano ne sono consapevoli e serrano le fila, così ieri hanno riunito la maggioranza alla vigilia del dibattito in aula nel tentativo di andare oggi tutti nella stessa direzione. E per fare il punto sul decreto cosiddetto salva-Comuni.
Procediamo con ordine, a cominciare da Bagnoli.
Sfuma per ora la messa in campo di una stu omnibus capace di operare sull’intero territorio cittadino. Il tema ha diviso in maniera troppo lacerante la maggioranza. Se ne riparlerà più avanti quando anche le condizioni finanziarie saranno più rosee. La delibera in discussione oggi, rivista e corretta, contiene due punti qualificanti. La stu opererà solo su Bagnoli ma rispetto al passato potrà valorizzare e costruire in loco. In secondo luogo la giunta ha detto sì alla patrimonializzazione, ovvero al conferimento della Porta del parco.
Nella sostanza è la garanzia da dare alle banche per non chiudere i battenti. Una scommessa forte sulla quale c’è stato e c’è dibattito e dialettica interna accesa. Nel caso di fallimento della stu la Porta del parco non sarebbe più di proprietà pubblica. Il sindaco ci crede e si aspetta dall’asta dei suoli un segnale dall’imprenditoria napoletana. Perché quello al momento è l’unico polmone da dove attingere denaro. E se non dovesse arrivare o mostrarsi solo in maniera parziale il paracadute della stu è la possibilità di valorizzare autonomamente i suoli. Vale a dire consegnare chiavi in mano al mercato i pezzi pregiati degli ex suoli Italsider. Basterà?
Passiamo al tesoretto, la delibera sdogana 14,5 milioni per la «realizzazione di lavori pubblici che riguardano tutte le categorie di opere, quali ad esempio infrastrutture primarie e secondarie, tutela del patrimonio storico ed edilizia pubblica». Una boccata di ossigeno alle imprese per riattivare i cantieri, motivata dal fatto che «sono opere indifferibili e urgenti».
Di cosa si tratta? Delle fogne dell’alveo dei Camaldoli, del Vallone San Rocco, poi i collettori di via Cinthia e di Pianura. Vale a dire le strutture che quando piove non reggono e trasformano la città in una palude di fango. Poi il forno crematorio di Poggioreale, sbloccato un milione, la manutenzione di alcune strade, l’illuminazione, messa in sicurezza di edifici scolastici, la manutenzione di parchi e giardini. Il piatto forte è – comunque – l’edilizia residenziale pubblica. Riguarda Scampìa, quartiere verso il quale a Palazzo San Giacomo stanno profondendo molti sforzi.
«Proprio con questa delibera – si legge nella nota del Comune – si garantisce la consegna di 98 alloggi a via Campano a Piscinola, 74 alloggi a piazza della Socialità entro marzo, 50 alloggi sempre a piazza della Socialità entro settembre». Fondi sono stanziati anche a favore di Palazzo Fuga, li il sindaco ha intenzione di fare una mensa per i poveri e un luogo di accoglienza per gli ultimi.
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