VENDOLA
Si apre oggi a Roma l'assemblea nazionale del PD. Il massimo organo del partito è chiamato a definire le regole per le primarie di novembre. Sarà il DDay dei democrats oggi? Riteniamo di no! Matteo Renzi ha accettato tutte le imposizioni romane (dall'albo degli elettori, al doppio turno fino alla quintuplicazione dell'obolo per poter essere ammessi ai seggi.... ) L'unica norma che non potrà mai accettare è quella dell'obbligo dell'iscrizione nell'albo....una settimana prima della data delle primarie vere e proprie. La norma "truppe cammellate", insomma. Ma, aldilà dell'imprevedibile e quasi sempre in preda a bizze uterine Rosy Bindi, pare ragionevole aspettarsi che la maggioranza dell'assemblea lascerà perdere questa stupidaggine....
Prevediamo, dunque, che l'assemblea nazionale, ancorchè un pò baruffando, adotterà le restanti norme primariali.
Il Dday vero verrà, per l'intera coalizione, quando dovrà essere definita unitariamente la cosiddetta carta d'intenti del centrosinistra ovvero i principi ed i valori programmatici che dovranno stare alla base dell'eventuale governo di centrosinistra dopo le elezioni.
Qui sono da attendersi guai, capricci, malestri e quant'altro. Dovranno essere coordinati unitariamente i desiderata dei vari partiti della coalizione. E se per il PSI non ci sarà alcun problema (basterà concordare, magari davanti ad un notaio, così come successo alle ultime lezioni regionali toscane, sui posti da assegnare a quella componente ed il gioco sarà fatto....) i problemi diverranno pesanti nel confronto che si dovrà aprire con Vendola e Sel.
Perchè, ad oggi, le prospettive politico-programmatiche di PD e SEL sono ampiamente confliggenti. L'uno appoggia, convinto, il governo Monti. L'altro è all'opposizione.Il PD approva le modifiche dell'art.18 della Fornero. Sel raccoglie firme per il referendum abrogativo. L'uno è in qualche modo favorevole alla continuazione della road map montiana. L'altro impugna decisamente la bandiera di provvedimenti alternativi a quelli stabiliti dall'ex rettore della Bocconi.
Allora la domanda è questa? Come si concilieranno le vedute così assai divergenti dei due "alleati".
Perchè pare evidente che qualcuno dovrà uscire sconfitto dal confronto. E siccome non sembra che larghi settori del PD siano intenzionati ad andare alle elezioni con programmi che li vedano in contrasto con tutti (o quasi) i media italiani e con i mercati internazionali (tutti tifosi del montismo...) dovrebbe essere Vendola a cedere. A meno che, all'italiana, tutto finisca a tarallucci e vino. E che cioè nella famigerata carta d'intenti non ci sia scritto proprio un bel niente. Forse solo un pò di narrazione vendoliana annacquata dalla cautela bersaniana. E quindi pagine bianche utili come taccuino segnappunti. Ma se così sarà saranno guai lo stesso. Se non prima delle elezioni sicuramente dopo le elezioni. Il PD ed il centrosinistra sono espertissimi in questo. Per ben due volte negli ultimi anni le loro coalizioni si sono sciolte come gelato sul marciapiede dopo avere conquistato la guida del paese. Non resta che aspettare lo sbarco in Normandia....
Fonte: http://liberamenteprato.blogspot.com/2012/10/vendola.html
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