DOGAIA (4)


Salvo Ardita dell'IDV s'è accorto, bontà sua, che anche il carcere della Dogaia è sovraffollato e perciò tendenzialmente pericoloso. Arditamente se n'è accorto dopo che è apparsa la notizia di un detenuto che avrebbe aggredito un agente della polizia penitenziaria. Noi segnaliamo che accade, a volte, anche il contrario. Agenti che picchiano detenuti. Non c'è bisogno di arrivare a vicende drammatiche come la morte di Stefano Cucchi o di tanti altri. Il carcere, specialmente se perennemente sovraffollato, diventa una istituzione criminogena. Detenuti ed agenti vivono (sopravvivono) in ambienti inidonei sia ad un corretto sconto della pena, sia ad un corretto esercizio della professione di agente penitenziario. Dunque le tensioni sono all'ordine del giorno e non meravigliano, pertanto, che sfocino, in diverse occasioni, in episodi di violenza reciproca. 
In questo drammatico stato delle cose è importante offrire alle amministrazioni delle carceri tutti gli strumenti per cercare di alleviare la realtà attuale. Per questo facciamo appello al Comune di Prato affinchè integri e completi il contributo assegnato quest'anno al carcere della Dogaia. Che, fino ad ora, è fermo a 18.000 euro all'anno contro i 100.000 euro erogati nel 2011. Pur in presenza di gravi difficoltà di Bilancio immaginiamo che Sindaco e Giunta sian ben consapevoli dell'importanza dell'erogazione di ulteriori contributi.
Che servono alla direzione carceraria per progettare occasioni di lavoro per i detenuti; incrementare le frequenze a corsi per apprendere mestieri e professioni; per implementare l'utilizzo di educatori. Ovvero per dare ristoro ai vari handicap che oggi rendono precaria la sopravvivenza nella galera di Via La Montagnola di agenti e detenuti.      

Fonte: http://liberamenteprato.blogspot.com/2012/10/dogaia-4.html

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