Camere: Testa e Gerardi. No a richiami impropri all'atodichia

Nel nostro Paese la Corte dei Conti non può vedere un rendiconto delle spese dei gruppi parlamentari, mentre in Inghilterra la Camera dei Comuni è uscita dallo scandalo dei rimborsi spese con l'attribuzione dei controlli ad un organo di “auditing†esterno dotato di ampi poteri investigativi e responsabile della pubblicità su Internet di tutte le documentazioni prodotte dai parlamentari per le richieste di rimborso delle spese. Ma quello dei bilanci dei gruppi è solo uno dei tanti esempi: il problema è che in ogni ambito - dalla sicurezza del lavoro, alla gestione del patrimonio immobiliare, alla materia appaltistica - la partitocrazia si fa scudo dietro il concetto dell’autodichia parlamentare per sottrarsi ai rigori della legge esterna; quella stessa legge che invece vale per le province, per i comuni, per le pubbliche amministrazioni e, soprattutto, per i cittadini. Siamo dunque al paradosso: nel luogo dove avviene il processo di formazione delle leggi, occorre ottenere il "permesso" di venti persone (i componenti degli Uffici di Presidenza) per dare accesso alla legge nell'ambito della presunta "autonomia costituzionale" delle Camere. Al contrario noi radicali - a partire dalla deputata Rita Bernardini che su questo ha presentato un disegno di legge – sosteniamo che il concetto di autodichia parlamentare non possa essere impropriamente invocato a tutela di quegli ambiti che esulano dalla funzione propria delle Camere e che sono propri di qualsiasi organo o pubblica amministrazione.
Fonte: http://www.detenutoignoto.com/2012/10/camere-testa-e-gerardi-no-richiami.html
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