Due milioni i rimborsi senza fatture

di Paolo Mainiero, da www.ilmattino.it, 23-09-2012

NAPOLI – C’è un anello debole, debolissimo, nella catena milionaria dei fondi ai gruppi consiliari: i consiglieri regionali non sono tenuti a rendicontare le spese sostenute con le risorse loro assegnate.

La legge che disciplina il funzionamento dei gruppi è del 1972, è stata modificata nel 1973, nel 1977, nel 1978 (due volte), nel 1987, nel 1988, nel 1996, ma mai è stata inserita la norma che obbliga a spiegare formalmente come i soldi sono stati spesi. Una lacuna che il consiglio vuole ora colmare attraverso una proposta di legge, presentata da Gennaro Salvatore (Nuovo Psi), Gennaro Oliviero (Pse), Angelo Marino (Città nuove), che punta a regolamentare l’utilizzo dei fondi. In particolare, ogni gruppo avrà l’obbligo di presentare, entro il 31 marzo di ogni anno, un rendiconto analitico della gestione di tutti i fondi assegnati, indicando eventuali avanzi o disavanzi di gestione.

L’Ufficio di presidenza provvede poi a verificare la regolarità della rendicontazione ed emette, entro il 30 giugno, certificazione di regolarità contabile. Se dall’esame dovessero risultare irregolarità o il rendiconto non fosse stato trasmesso, l’Ufficio sospende l’erogazione della quota successiva. Il gruppo, dal canto suo, ha la possibilità entro 30 giorni di mettersi in regola. Se, però, trascorsi i termini, il gruppo non dovesse sanare le irregolarità o trasmettere il documento contabile, l’Ufficio di presidenza trattiene i contributi per il funzionamento dei gruppi relativi all’anno successivo, in una somma pari agli importi di cui non è stata trasmessa la documentazione.

Come spesso succede si chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati. La legge, quella del 1972, stabilisce che ai gruppi e ai consiglieri è assegnato un contributo fisso mensile. Si partì, quarant’anni fa, da 300.000 lire al gruppo e 100.000 ai consiglieri. Le cifre, modifica per modifica, sono lievitate fino ad arrivare, nel 1996, a 500.000 lire al gruppo e 800.000 al consigliere. Con il passaggio all’euro si è finiti ai numeri attuali: il tetto massimo è di 2.100 al gruppo, 1.100 al consigliere. Per il 2012, il fondo per il funzionamento dei gruppi è di 1.055.000 euro, ripartito in proporzione al numero dei consiglieri. Due milioni considerando anche l’anno precedente. Ogni capogruppo gestisce la propria quota attraverso un conto corrente di cui è titolare (a meno che non abbia nominato un consigliere-tesoriere).

Ogni mese (o anche ogni due, dipende da come un gruppo si è autoregolamentato) il capogruppo mediante bonifici trasferisce i soldi ai consiglieri. I quali firmano una dichiarazione per accettazione. Dopo di che, il vuoto: non è previsto alcun tipo di controllo nel senso che il consigliere non è tenuto a rendicontare le spese. L’unico obbligo che i gruppi hanno è di presentare a fine anno un consuntivo limitato ad entrate e uscite. «La normativa è carente e manca una disciplina organica che sia valida per tutti», ammette Salvatore. «Il testo può essere migliorato, l’importante è che si sani un vuoto», dice Marino.

Il milione e 55mila euro è nella diretta disponibilità dei consiglieri per spese legate all’attività politica. Altra cosa sono altri due fondi assegnati ai gruppi ma materialmente gestiti dall’amministrazione. Il primo, di 1.500.000, è per le spese di comunicazione istituzionale; il secondo, di 1.891.000 euro, è per l’assistenza alle attività istituzionali. Fuori dal tecnicismo, questo secondo fondo serve per pagare il portaborse: l’importo è di 2.500 euro). Tra le misure per il contenimento della spesa si sta anche pensando a disciplinare diversamente la figura degli assistenti.

Intanto, mercoledì in consiglio regionale sarà votato un primo provvedimento che cancella, in attesa del riordino, l’erogazione della quota fissa. Nella stessa seduta si discuterà anche dei comandati (122) che pesano per 4,5 milioni sul bilancio del consiglio. L’intenzione è di rispedirli agli enti di provenienza. I comandati, dal canto loro, sono sul piede di guerra: «Non rubiamo lo stipendio e lavoriamo come tutti gli altri. Si tira in ballo noi per distogliere l’attenzione da altre cose».

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8105&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=due-milioni-i-rimborsi-senza-fatture

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