Carcere di Secondigliano: Interrogazione del senatore Marco Perduca

Interrogazione a risposta scritta al Ministro della giustizia

dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

In data 15 agosto 2012, una delegazione composta dal primo firmatario del presente atto ispettivo, Senatore Marco Perduca e da tre esponenti radicali in qualità di accompagnatori – Rodolfo Viviani, Luigi Mazzotta, Fabrizio Ferrante – si è recata in visita ispettiva presso il penitenziario di Secondigliano, a Napoli.

I militanti radicali con il senatore Perduca al termine della visita ispettiva

In assenza del direttore della struttura, Dottor Casale, la visita è stata condotta assieme al vicedirettore e ad alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Nonostante le richieste – con possibilità di differimento delle risposte nel tempo – di dati certi, come prassi in ogni visita ispettiva, relative al numero e le tipologie dei detenuti, tale documentazione non è ancora pervenuta all’attenzione degli interroganti e dunque quanto acquisito e’ frutto di uno scambio orale approssimativo nei dettagli.

Considerato che:

al 15 agosto 2012, secondo quanto riportato dagli interlocutori, nel carcere di Secondigliano risultano 1090 persone ristrette, rispetto a una capienza tollerata oscillante tra i 1.300 e i 1500 posti. Sebbene tali dati, presi a sé stanti, non delineino uno stato di apparente sovraffollamento, urge ricordare che la capienza regolamentare del penitenziario non è superiore alle 650 unità;

le celle sono state progettate per ospitare un solo detenuto, mentre nella struttura è ormai prassi consolidata il tenere due reclusi per ogni cella, raddoppiando di fatto la capienza dell’istituto;

il sistema dei letti a castello ha reso possibile tale indubbia forzatura, denunciata anche dai detenuti che lamentano carenze di spazi, soprattutto alle alte temperature estive;

ogni sezione del penitenziario ospita 50 detenuti, due per cella appunto, con l’eccezione del Centro Diagnostico Terapeutico (CDT), che ospita fino a quattro pazienti per ambiente. In questo caso, seppur gli spazi appaiano maggiori, molte sono le criticità lamentate dai detenuti malati. A guisa di esempio si riporta che, pochi giorni prima della visita ferragostana, un detenuto che attendeva un trapianto è deceduto all’interno della struttura di Secondigliano, dimostrando come la sanità penitenziaria campana, si muova in maniera tardiva nell’andare incontro alle esigenze basilari dei pazienti detenuti. Molti dei detenuti con varie patologie con cui la delegazione si e’ soffermata hanno dichiarato di non aver mai visto il magistrato di sorveglianza, così come difficilmente riescono a ricevere la visita di un medico. Su 94 malati c’è un solo medico di guardia, oltre a due infermieri per ognuno dei quattro piani. Nel corso della visita al C.D.T. e’ stata accertata la presenza di un cardiopatico a rischio rigetto, di un diabetico non vedente e di una persona priva di un piede in attesa da alcuni mesi di essere trasferita. Persone, probabilmente incompatibili con qualunque regime detentivo. Un altro detenuto lamenta invece un’attesa lunga ormai tre anni, nella speranza di essere ricoverato presso l’ospedale Monaldi, per un’ipertensione con rischi gravi per la propria vita.

Oltre al CDT la delegazione ha visitato il padiglione “Ionio”, quello riservato alla detenzione di alta sicurezza. Le condizioni appaiono tutto sommato dignitose, tranne per i soliti problemi di spazio. I detenuti hanno diritto al “passeggio” per un’ora e mezza al mattino e un’ora e mezza nel pomeriggio, fuori dalle celle. Lo spazio di socialità, tuttavia, consta solo di un calciobalilla, di un tavolo con qualche sedia e di un piccolo cortile. I servizi igienici sono tradizionali, mentre il wc alla turca è riservato ai soli detenuti psicolabili, che potrebbero tentare di rompere la tazza. Gli agenti penitenziari, a tal proposito, denunciano continui tentativi di suicidio per impiccagione ed altri episodi di autolesionismo commessi dai detenuti, oltre a una carenza d’organico che rende ulteriormente pesante il loro lavoro;

su quasi 1600 agenti che dovrebbero lavorare nella struttura, ne figurano in realtà appena la metà e secondo i poliziotti, mancherebbero circa 700 agenti. Da ciò scaturiscono turni massacranti, anche senza riposi;

a seguito della visita al padiglione “Ionio”, la delegazione ha potuto visitare il padiglione “Adriatico”, ovvero quello che vede ristretti i cosiddetti detenuti “comuni” e, a in altra son, i condannati per reati riconducibili “sessuali”. La socialità si svolge dalle ore 16 alle 18 e le condizioni appaiono affini a quelle descritte in precedenza;

ai detenuti “comuni” sono concesse quattro telefonate al mese a carico degli stessi;

scena ricorrente nelle celle, la presenza di bottiglie alle sbarre, dove i detenuti conservano l’acqua con cui lavarsi quando non è prevista la doccia – consentita oso tre volte a settimana per ogni detenuto.

Considerato inoltre che:

nella struttura, a parte il progetto di scolarizzazione, non è previsto alcun ulteriore attività. Le uniche attività lavorative sono quelle relative alla manutenzione ordinaria dei fabbricati (MOF), salvo l’eccezione di alcuni detenuti che svolgono attività di riciclaggio della plastica, per conto di una ditta esterna.

sempre secondo quanto raccolto dalla delegazione, vi è, infine, la presenza di detenuti cosiddetti semiliberi, stimati intorno ai 190 individui. Anch’essi lamentano la scarsa presenza del magistrato di sorveglianza, dottoressa Anna Pancaro, oltre che a una serie di violazioni cui sarebbero vittime. Su tutte, arbitrarietà nella concessione dei permessi e l’impossibilità di usufruire dei 45 giorni ogni sei mesi, che ogni semilibero avrebbe diritto a trascorrere in famiglia, comunque da persona libera. Il tutto, in una realtà come quella napoletana e campana, che ancora oggi vanta il numero minore di concessioni di misure alternative in Italia.

si chiede di sapere:

quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare perché il carcere di Secondigliano possa finalmente essere a norma di legge per quanto riguarda il numero dei detenuti;

se il Ministro in indirizzo e’ al corrente della frequenza colla quale il Magistrato di sorveglianza visita l’istituto e come eventualmente intenda reagire al fine di sollecitare una maggiore presenza dello stesso per apprezzare le condizioni detentive delle oltre 1000 persone recluse;

se e quali iniziative si intenda prendere per consentire che il diritto alla salute delle persone recluse nel Centro Diagnostico Terapeutico possa esser goduto appieno.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8119&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=carcere-di-secondigliano-interrogazione-del-senatore-marco-perduca

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