Intervista ad Emma Bonino. “Poca trasparenza, così i partiti impedirono la mia elezione”

di Corrado Castiglione da “Il Mattino”, 19/09/12

Poca trasparenza, l’impunità è radicata nel sistema. A due anni dalla campagna elettorale per le Regionali che la vide soccombere proprio per mano della Polverini, Emma Bonino – oggi vice-presidente al Senato – si toglie qualche sassolino alla scarpa e chiede ai partiti maggiore rigore.

Presidente, Polverini vara i tagli e così vanno via tutte le macchie?

«Troppo poco, troppo tardi direi. Intanto è da verificare se venerdì prossimo il pacchetto dei tagli sarà votato così come annunciato. Già non si capisce perché mancano provvedimenti di cui si era parlato, come il taglio alle superlative indennità peri capigruppo e i loro vice, e dei presidenti e vicepresidenti di commissioni spesso pletoriche. Ma il malcostume non si risolve solo tagliando e ripartendo. Il senso di impunità purtroppo è radicato nel sistema».
Il governatore dice che non sapeva.
«Trovo esilarante che la Polverini dica che non sapeva nulla di queste spese esorbitanti del Consiglio quando stanno scritte nei bilanci presentati dalla sua giunta e approvati dalla sua maggioranza. Troppo spesso ci troviamo davanti a delle scuse di politici basati sul “principio di ignoranza”. Non è certo un bello spettacolo per i cittadini. In questo caso è bastato che i due consiglieri radicali, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, pubblicassero il bilancio del gruppo sul sito, seguiti a ruota dal Pd, per far scoppiare questo putiferio, anche se da oltre due anni le loro proposte di trasparenza vengono puntualmente respinte».
Non la colpisce il fatto che in alcun passaggio la Polverini indignata abbia fatto cenno o si sia scusata delle «sue» molteplici nomine? 
«…a cominciare dallo scandaloso recupero di candidati estromessi per via di una storia ancora tutta da chiarire – mi riferisco alle modalità farsesche con le quali fu esclusa la lista Pdl – e nominati assessori “esterni” a cui la Polverini ha assicurato perfino il vitalizio. In politica la statura si misura anche nella capacità di fare autocritica».
I radicali sono antesignani della lotta alla partitocrazia: la “casta” è una degenerazione della politica italiana?
«Intanto parlerei di caste al plurale, di cui quella partitocratica è forse la più dannosa ma non l’unica. Se la politica ha una responsabilità in più rispetto alle altre, ciò non toglie che esiste anche la casta dei giornalisti, quella dei primari, dei notai, insomma quella pletora di ordini e corporazioni che hanno creato vere e proprie sacche di privilegi. Questo è un male tipico italiano che impedisce al paese di andare avanti e modernizzarsi. Noi radicali l’abbiamo chiamata “la peste italiana”. Tornando ai partiti, se da una parte la partitocrazia ha messo le mani ovunque, non è che dall’altra parte ci sia una società cosiddetta “civile” immune da colpe e senza pecche. Qualcuno questi politici li ha pure votati. Purtroppo, quando lo stato di diritto muore nelle istituzioni, poi rischia di morire anche nella coscienza popolare».
Lei ha più volte ricordato la sua campagna elettorale nel segno della trasparenza e ha detto che i gruppi dirigenti dei partiti ne furono talmente spaventati da “impedire” la sua elezione. Cosa accadde? 
«Dico semplicemente che feci della “trasparenza” lo slogan della mia campagna. Un concetto – non si sorprenda – che, se applicato con determinazione, non è esattamente benvenuto ad ogni latitudine… Le ricordo che, a parte Roma città, in provincia ho perso ovunque».
Più trasparenza nei bilanci dei gruppi parlamentari: alla Camera sono all’esame i controlli esterni. È questa la strada? 
«Ben vengano ovviamente tutti i controlli che finora non ci sono stati ma non è questo il problema. Molto meglio dare un taglio radicale all’attuale prassi. Niente soldi, che fanno sempre venire l’acquolina in bocca a qualcuno, ma solo erogazione di servizi, come avviene in Gran Bretagna: uffici studi unificati, agevolazioni per la comunicazione politica, corsie preferenziali per le autentificazioni, spazi gratis sul servizio pubblico radio-televisivo… Ma la voracità dei partiti è tale che vedo difficile oggi una tale salto di qualità per la nostra democrazia».

Condividi

Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8084&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=intervista-ad-emma-bonino-poca-trasparenza-cosi-i-partiti-impedirono-la-mia-elezione

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €