La Campania insorge contro il tumore di Stato

Una folta rappresentanza di cittadini e associazioni ha affollato la manifestazione svoltasi ieri davanti all’istituto Pascale di Napoli, per esprimere sdegno e vergogna per la decisione del governo di impugnare, per motivi di bilancio, la legge regionale che, lo scorso 10 luglio, aveva istituito il registro dei tumori della Regione Campania.
“Il Consiglio ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge Regione Campania n. 19 del 10 luglio 2012 recante ‘Istituzione del registro tumori di popolazione della regione Campania’ che contiene alcune disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario”.

Queste le righe che hanno scatenato la reazione dei cittadini della Campania ormai stremati dalla situazione da terzo mondo in cui versano la salute pubblica e l’ambiente. La motivazione prettamente economica e non nel merito, della suddetta impugnativa, non convince affatto e anzi appare un irritante tecnicismo e una macchinazione burocratica atta ad oscurare e insabbiare un problema che ormai sembra essere esploso ed arrivato alla ribalta nazionale. Tutta questa attenzione mediatica è dimostrata anche dalla mai così folta partecipazione popolare alla manifestazione che ha visto schierati oltre a centinaia di cittadini comuni accorsi da tutta la Campania anche un muro compatto di associazioni e movimenti tra cui Insorgenza Civile, La Terra dei Fuochi (www.laterradeifuochi.ti), il Fronte di Liberazione Napolitania, il Movimento Cinque Stelle, le Mamme Vulcaniche, i Verdi con Francesco Borrelli, il Coordinamento Comitato Fuochi e tanti altri tra cui il dott. Antonio Marfella (tra i promotori della legge) e il deputato dell’IDV Francesco Barbato.

La situazione in Campania è assolutamente insostenibile e la popolazione è condannata a sopportare tutti i giorni sversamenti e roghi illegali, che stanno rendendo questa terra ormai inabitabile, in una situazione surreale di assenza totale e addirittura connivenza delle istituzioni con le ecomafie. A chi non credeva al teorema del complotto ai danni dei cittadini la gente risponde sottolineando con veemenza questa evidenza.
Non una sentenza di condanna per crimini ambientali in 20 anni, non un intervento delle istituzioni nazionali e locali, mai una campagna seria di sensibilizzazione né una soluzione concreta per la gestione del ciclo dei rifiuti che non sia un inceneritore e adesso l’ennesimo schiaffo alla Campania e ai suoi tanti malati di tumore. Si perché sono tantissimi, non si sa neanche di preciso quanti ne siano ma voci autorevoli parlano di percentuali fino all’ 80% più alte di quelle nazionali. Un vera e propria super emergenza, una catastrofe sanitaria che andrebbe affrontata immediatamente e non sbeffeggiata dal governo e dal pessimo Ministro Renato Balduzzi il quale con una infelicissima uscita dichiarò che l’incremento di tumori sarebbe conseguenza dei cattivi stili di vita dei campani. Adesso l’ennesimo insulto all’intelligenza umana ma soprattutto un atteggiamento irrispettoso e sprezzante della sofferenza di migliaia di cittadini che hanno pagato con la loro vita e con la loro salute per decenni di traffici illeciti e pastette varie tra governo, enti locali, camorra e imprenditori senza scrupoli. Bocciare il registro dei tumori è togliere la speranza che almeno in futuro qualcosa possa andare finalmente nel verso giusto anche in questa terra straziata e colonizzata oggi più di ieri.
Speranza che invece sembrerebbe riaccendersi dopo le dichiarazioni del governatore della Campania Caldoro,il quale ha dichiarato che interverrà direttamente per istituire il Registro Tumorale con decreto, superando così l’ostracismo del governo.
Chi sa che questo atteggiamento però non infastidisca qualche lobbies del rifiuto o il folto partito degli inceneritori che conta tanti adepti anche nel Pdl.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=8087&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-clamorosa-bocciatura-da-parte-del-governo-del-registro-dei-tumori-non-passa-inosservata-stavolta-la-campania-insorge-contro-il-tumore-di-stato

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