Contributo di VenetoRadicale al Piano di Assetto Territoriale (PAT) di Treviso.




Al COMUNE di TREVISO
Settore Pianificazione Territoriale ed Urbanistica


Treviso,  5 settembre 2012


Contributo al Piano Assetto Territoriale di Treviso (PAT).

Il Pat ha un carattere strategico perché definisce le grandi prospettive che la collettività locale vuole per il territorio, indicando le linee guida per lo sviluppo e l’individuazione di risorse economiche, tenendo conto del valore ambientale, paesaggistico, storico, e delle fragilità geologiche, idrologiche e, ancora, tutto ciò che è vincolo di edificabilità. Il risultato deve essere sostenibile e durevole.
Inoltre, devono essere individuate delle politiche di sviluppo contestualizzate ai comuni limitrofi, e non solo, per arrivare a delle soluzioni di continuità e dialogo urbano.
La legge regionale 11/2004 prevede degli adempimenti dell’iter di pianificazione ma non delle scadenze perché è stato introdotto un principio: confronto e concertazione con gli enti pubblici territoriali, associazioni economiche, sociali e culturali e singoli cittadini.
Al momento sono emersi alcuni problemi: un certo ritardo rispetto ai molti comuni confinanti che hanno già approvato il Pat, e una certa fretta nel risolvere gli aspetti informativi e partecipativi della cittadinanza.
Noi chiediamo il diritto e il dovere del confronto.

Trasparenza e partecipazione
Una richiesta è che si attui la trasparenza nelle scelte dell’amministrazione comunale, a partire dal Pat, arrivando ad ampliare le regole riguardanti gli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini (delibera popolare, referendum). Le istituzioni non possono essere finalizzate a se stesse occupando tutti gli spazi di iniziative e saturare ogni spazio di libertà delle persone e dei gruppi.
Il pubblico deve garantire la libertà e la giustizia e servire le persone.
Temi come l’anagrafe pubblica degli eletti, il riconoscimento dell'istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici, l'istituzione d'un registro per le coppie di fatto si prestano al contributo della cittadinanza attraverso le delibere di iniziativa popolare.
Nel concreto sono indispensabili delle “case comuni”, o spazi polivalenti anche nei quartieri periferici, dove le persone possano incontrarsi per attività culturali, sociali, associative, politiche, ludiche, di informazione e confronto tra comunità e amministrazione: questo permetterebbe di rivitalizzare la città ed educare ai valori civici, al bene comune.
In centro storico, ad esempio, esistono spazi come la Loggia dei Cavalieri che ben si presta a questa funzione così come i bastioni delle mura con la loro forma ad anfiteatro.
  
Pianificazione urbana
Un’altra riflessione riguarda le nuove estensioni urbane che sarebbero controproducenti se realizzate, è quindi auspicabile prendere la direzione verso la riqualificazione e la ricomposizione paesaggistica.
I meccanismi speculativi fin qui ammessi hanno lasciato al mercato la regia dell’espansione illimitata dell’edilizia. La politica ha assunto scelte di interesse privato a danno del pubblico e incentivando una mobilità non sostenibile, sacrificando la qualità urbana e la salute dei cittadini, perché anche la dispersione delle zone residenziali determina inquinamento.
La mancanza di una pratica di confronto democratico ha lasciato a geometri e architetti mediocri o egocentrici il disegno di periferie senza assumere come linee guida il concetto di paesaggio e di bellezza.

Ridurre il consumo di suolo destinando almeno il 50% delle grandi superfici oggetto di riqualificazione urbanistica a verde pubblico ed escludendo l’assegnazione di diritti edificatori a fronte della realizzazione di “servizi” che comportino consumo di suolo (crescita zero); preservare gli alberi e le aree verdi e agricole esistenti; estensione delle aree verdi e loro interconnessione, incrementandole con piantumazioni anche di specie arboree secolari, dunque boschi, orti botanici, orti urbani (continuando l’esperienza degli orti di S. Artemio e di via Boccaccio) e anche orti sociali, luoghi condivisi di socializzazione per tutti i cittadini dove poter creare servizi di prossimità, attraverso cui promuovere azioni terapeutiche, educative, ricreative, culturali, di inclusione sociale.
Pertanto agricoltura urbana come strumento di aggregazione sociale, economica e riqualificazione del territorio, come alternativa al progressivo consumo di territorio finalizzato a cementificazioni e produzioni intensive. Consentire spazi economici attraverso l’incremento di mercatini rionali, come il farmer's market al Villaggio Gescal.
La vendita diretta al comune di ortaggi freschi per le mense scolastiche o assistenziali e per la piantumazione ed il florovivaismo, necessario al costante mantenimento del verde pubblico, costituirebbe un ciclo economico virtuoso con prodotti orticoli e florovivaistici a km.0 e filiera nulla, i cui beneficiari diretti sarebbero i cittadini dei quartieri e la stessa amministrazione municipale.  
Costituire un sistema di parchi continuo consentirebbe una migliore qualità della vita, un'aria pulita e la garanzia di una migliore permeabilità del suolo.
Affiancare alle aree verdi spazi attrezzati per il gioco dei bambini e insediarne dove non presenti (ad esempio vi segnalo che lungo la restera ,dal ponte della Gobba passando per Fiera e arrivando a Silea non esiste un’area dedicata per i più piccoli!).
Si riconverta a parco la zona retrostante i Mulini Mandelli, trasformando il borgo e gli immobili esistenti in unità abitative e strutture di servizio al parco.
Individuare un’area campeggio, attrezzata non solo per camper ma anche per tende, per ampliare l’offerta di accoglienza turistica.

Aria
Siamo tutti a conoscenza del problema della pericolosità delle polveri sottili e delle conseguenze sulla popolazione - in particolare sui bambini e gli anziani – che subiscono la contaminazione dei cancerogeni presenti nell’aria oltre i limiti sanitari e dunque va affrontata con tempestività. L’inquinamento atmosferico è allarmante e la città non è certo aiutata dalla sua posizione geografica e dal clima.
Il comune deve munirsi del Piano di Azione per la Tutela della qualità dell’aria, come prevedono la normativa regionale e quella nazionale, e considerare il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, quindi ogni elemento della pianificazione territoriale dell’”Area Metropolitana” e tutte le fonti di inquinamento presenti nell’Area: impianti industriali - traffico - produzione energetica – edilizia - consumo energetico - sistema agricolo e zootecnico - uso del territorio e sottrazione del verde – rifiuti.

Attuare interventi sulla mobilità, lavare le strade e avvisare la comunità di assumere comportamenti corretti quando i picchi d’inquinamento sono sopra la soglia di sicurezza.
Devono essere previsti degli interventi come la conversione di tutti gli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio degli edifici comunali e degli impianti di riscaldamento domestico alimentati a gasolio fino alla loro completa eliminazione; incentivare la demolizione e ricostruzione (rottamazione) degli edifici a maggiore inefficienza energetica e privi di valore storico e architettonico; standard di massima efficienza energetica per tutti i nuovi edifici e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Individuare parcheggi scambiatori con servizio bus navetta e bike sharing.
Limitare il traffico su gomma e offrire un servizio pubblico alternativo integrato e di vantaggio.

Acqua
La generosa presenza d’acqua è l’elemento che caratterizza la città: gli abitanti e le istituzioni hanno la responsabilità, il dovere di tutelare e valorizzare questo patrimonio idrico che rendono unico il territorio trevigiano, creando anche spazi di godimento e di attrazione attorno alle risorgive superstiti in città.
Si deve attuare un programma per la corretta e puntuale manutenzione della rete fluviale e dei fossati, così pure risolvere lo scarico delle acque reflue sui fiumi e gli allacciamenti alle fognature.

Viabilità
Un altro tema è la viabilità che necessita di interventi programmati e risolutivi a favore dei pedoni, dei ciclisti e del servizio pubblico.
Aumentare le zone pedonali e restituire le zone di sosta (panchine, tettoie); mettere in sicurezza le piste ciclabili esistenti, individuando le strade a doppio senso di marcia che possono ridursiad un senso per incrementare marciapiedi e piste ciclabili.
Intervenire dove sono ancora presenti barriere architettoniche che impediscono o limitano gli spostamenti e la fruizione di servizi alle persone disabili.
Prendere in considerazione i limiti che il Put ha fatto emergere non risolvendo il traffico e accentuando gli effetti negativi del suo attraversamento e limitare il traffico verso lo stesso.
Individuare parcheggi scambiatori fuori città con servizio bus navetta e bike sharing.
Pianificare al meglio la rete di connessione dei mezzi pubblici e riservare una corsia del put ad uso esclusivo degli stessi.

Centro storico
Attuare delle politiche per incrementare i residenti. Sono innanzitutto gli abitanti a mantenere viva la città.
Alcuni edifici pubblici vuoti sono da destinare agli anziani (alloggi, residenze assistite e case di riposo), alle giovani coppie e ai giovani (residenze collettive?); individuare edifici per ostelli della gioventù per studenti e turisti.
Tutelare e valorizzare il patrimonio storico e  archeologico e sostenere tutte le iniziative volte alla conoscenza della città e del territorio.
Potenziare la struttura della biblioteca e individuare degli spazi per lo studio.
Incentivare l’insediamento di attività artistiche e artigianali.

Rumore
Sul versante del rumore è necessario continuare a elevare le barriere fonoassorbenti sulla tangenziale e sulle strade a traffico intenso. Potete accorgervi dei rumori passeggiando in prossimità dei sovrappassi della tangenziale sud.
Dove possibile collocare siepi o alberi.
Pedonalizzare il centro storico e vietare il passaggio di mezzi pubblici e privati (rumorosi ed inquinanti) in prossimità di edifici storici come la Loggia dei Cavalieri. Il rumore non consente il dialogo tra le persone e respinge le relazioni.
Risolvere l’insopportabile fragore di scarico di bottiglie nei contenitori del vetro in tarda serata o all’alba nel centro storico: questo potrebbe essere evitato con la raccolta porta a porta .

Luce
L’illuminazione pubblica presenta carenze o eccessi: dovrebbe essere riprogettata in funzione della sicurezza, della valorizzazione delle zone di pregio e del risparmio energetico.

Bagni pubblici
Un centro storico con vocazione turistica come Treviso dovrebbe prestare attenzione anche a sevizi considerati minori ma che hanno un impatto positivo sul versante dell’accoglienza e del servizio ai cittadini che frequentano la città.

Rifiuti
Attuare una strategia Rifiuti Zero, ovvero politiche rivolte: alla riduzione della produzione di rifiuti; al riuso dei beni di consumo recuperabili; all’estensione a tutto il territorio comunale del modello di raccolta differenziata domiciliare “porta a porta”.  
  

Elia Lunardelli  - tesoriere VenetoRadicale -

Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2012/09/contributo-di-venetoradicale-al-piano.html

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