Cordoglio per la morte del Cardinale Martini. Cappato attacca il disegno di legge Calabrò

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 02-09-2012

La morte del Cardinale Carlo Maria Martini (nella foto) per 23 anni Arcivescovo di Milano e nome di spicco del cattolicesimo italiano, ha aperto un nuovo fronte nel dibattito sul fine vita nel nostro paese. Ottantacinque anni e una lunga degenza imposta dal morbo di Parkinson, la fine di Martini è stata caratterizzata dal suo rifiuto di subire idratazione e alimentazione artificiale quando ormai il Cardinale era non più capace di deglutire alcunché. Come Giovanni Paolo II, anche Martini ha dunque scelto di “tornare alla casa del Padre” sottraendosi non solo a trattamenti farmacologici inutili e invasivi, bensì anche ad alimentazione e idratazione artificiali.

Tornano dunque alla mente le lotte per l’affermazione dei diritti del malato che Luca Coscioni, Pier Giorgio Welby, Paolo Ravasin e Giovanni Nuvoli – solo per citare alcuni nomi – hanno portato avanti negli anni. Eppure, la scelta di Martini di non ricorrere a forme di alimentazione e idratazione artificiali, è stata accolta con deferenza e con rispetto finanche da quelle categorie che, all’epoca del caso Englaro, manifestavano pacchianamente con bottiglie d’acqua – simbolo di un presunto diritto negato alla giovane Eluana – per 17 anni prigioniera di trattamenti inutili quanto invasivi. Impropriamente, si è anche parlato di rifiuto del Cardinale di ogni forma di accanimento terapeutico.

Marco Cappato, consigliere comunale a Milano ed esponente di spicco dell’associazione Luca Coscioni, ha così fatto chiarezza sulla situazione dei diritti civili del malato, connessa alla storia di Martini: “Il Cardinale Martini non ha rifiutato un ‘accanimento terapeutico’ in senso tecnico (cioè un trattamento invasivo e inutile). Egli ha rifiutato un trattamento che gli avrebbe salvato la vita (grazie alla nutrizione e idratazione artificiale), ma in condizioni da lui ritenute inaccettabili. Si tratta cioè proprio quel rifiuto che il disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico impedisce di fare per quando non si è più in grado di intendere e di volere”. Anche Mina Welby ha detto la sua sulla morte di Martini: “Il Cardinale è morto dopo aver rifiutato la terapia di nutrizione artificiale. Ha fatto quello che aveva fatto anche Giovanni Nuvoli, quando al medico era stato impedito di lasciarlo morire come era morto Welby, con l’interruzione della ventilazione artificiale. Lo so, queste sono parole dure che richiamano delle realtà così differentemente interpretate. Da diventare scandalo pubblico”.

Del resto, ha ricordato Mina Welby, le posizioni in merito al fine vita prese da Martini in passato si erano spesso caratterizzate per affermazioni, se non altro, di buon senso: “situazioni simili – spiegò il Cardinale all’epoca del caso Welby – saranno sempre più frequenti e la Chiesa stessa dovrà darvi più attenta considerazione anche pastorale”. Per i radicali, la figura di Carlo Maria Martini ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante nel tentativo di dialogo con il Clero. Sebbene su fronti opposti, l’ex Arcivescovo di Milano si è trovato in sintonia coi radicali non solo su questi temi ma anche in riferimento alle carceri. Secondo il defunto Cardinale, infatti, la situazione delle carceri è sempre stata meritevole di attenzione al punto che, da Arcivescovo di Milano e riferendosi alla comunità penitenziaria, Martini ebbe a dichiarare che: ” San Vittore è il cuore di Milano”.

La speranza è che dopo il tempo della retorica e dell’esaltazione, si passi a quello della riflessione in cui dare risposte di laicità e di libertà a tutti quei cittadini che, nel caso non siano porporati, hanno enormi difficoltà a vedere rispettate le proprie volontà “biologiche”. Naturalmente, in conclusione, non possiamo che esprimere anche il nostro cordoglio per la scomparsa di un uomo che ha rappresentato per anni l’anima dialogante del Clero nostrano. Una voce che mancherà, sia al fronte cattolico che a quello anticlericale.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7996&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cordoglio-per-la-morte-del-cardinale-martini-cappato-attacca-il-disegno-di-legge-calabro

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