Adriano Sofri. “Piccola Posta” del 21-08-2012

Fa un caldo da morire. Ogni volta che pronuncio la frase, penso a una cella di galera e mi mordo la lingua. Fa un caldo da morire, in una cella di galera. Ho riascoltato Radio Radicale, un militante di Napoli raccontava che ogni mattina passano a Poggioreale a trovare i famigliari dei detenuti che stanno in fila per strada dalle prime ore della notte coi vecchi e i bambini ad aspettare di essere ammessi all’ora scarsa di colloquio.

Ci arrivano esausti e mortificati, e devono mostrarsi sereni per incoraggiare i loro cari, i quali a loro volta non hanno dormito per il caldo e il rumore e la disperazione e si sono bagnati i capelli e pettinati per sembrare sereni e incoraggianti. Il militante radicale raccontava di aver raccolto questa mattina 160 firme in calce all’appello sull’amnistia e 140 euro. Quasi un euro per ciascuno dei firmatari, i quali avrebbero lasciato poi qualche altro euro e un po’ di panni lavati e qualcosa da mangiare ai loro cari detenuti. Possono valere moltissimo, 140 euro.

Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7929&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=adriano-sofri-piccola-posta-del-21-08-2012

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