Qualche domanda al ministro Riccardi

di Roberto Spagnoli, da “Notizie Radicali”, 13-08-2012

Martedì scorso, con poco più di un mese di ritardo rispetto a quanto stabilisce la legge, il ministro Andrea Riccardi ha finalmente pubblicato la relazione annuale sulle droghe. Purtroppo, al di là dell’adempimento burocratico non si è andati e ciò lascia supporre che il governo non abbia intenzione di aprire una discussione su quanto contenuto nel rapporto che, pur con tutti i suoi limiti, è pur sempre il documento ufficiale con cui, come prevede la legge, il governo fornisce al Parlamento i dati sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, sulle strategie e sugli obiettivi raggiunti, sugli indirizzi che saranno seguiti nonché sui contributi per la prevenzione, la riabilitazione e il recupero dei tossicodipendenti.

Insomma, la pubblicazione di un documento così importante dovrebbe servire a fare il punto della situazione su un fenomeno che riguarda direttamente e indirettamente milioni di persone, e pone rilevanti problemi sociali, sanitari e di sicurezza pubblica, ma il governo si limita a consegnare il volume al parlamento per mano del ministro competente. Il quale, nell’introduzione alla relazione, ritiene tuttavia doveroso precisare che non intende sottrarsi al dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere. L’argomento, scrive, “per la sua estrema delicatezza e le sue molteplici e rilevantissime implicazioni, richiede di essere affrontato nelle competenti sedi istituzionali, con i tempi necessari a un confronto ricco e articolato che certo non può realizzarsi nel breve periodo di governo che mi e’ stato affidato”.

Il ministro Riccardi è in carica dal 16 novembre 2011 e ha ricevuto le deleghe un mese più tardi. C’erano dunque sei mesi di tempo per organizzare una presentazione della relazione che segnasse una discontinuità con il passato e non si esaurisse in un mero adempimento burocratico, ancorché accompagnato da qualche parola di circostanza. Era così complicato e costoso pensare, per esempio, ad una giornata di studio con scienziati ed esperti? Oppure ad un dibattito in Parlamento, almeno nelle Commissioni competenti? Anche perché il confronto ricco e articolato di cui scrive Riccardi, non è che si apre ora. E’ in corso da anni, in tutto il mondo. E negli ultimi tempi è stato molto vivace, soprattutto in America latina, dove gli effetti delle politiche repressive manifestano ormai con inaudita violenza (si pensi alla Colombia prima ed ora al Messico) tutte le loro nefaste conseguenze. Da più parti si moltiplicano autorevoli studi e ricerche che invitano a riconsiderare le politiche in atto. Il dibattito è in corso anche negli Stati Uniti, dove la legalizzazione della cannabis, e non solo per uso medico, è oggetto di proposte di legalizzazione. Ultima, in ordine di tempo, l’iniziativa in corso nello stato di Washington. Solo il senatore Gasparri non se ne è accorto, ma è noto che quando si occupa di droghe, il capogruppo del Pdl al Senato non sa letteralmente di cosa parla.

Quanto scrive il ministro nell’introduzione alla relazione annuale lascerebbe intendere anche che il governo non intende convocare la 6a conferenza nazionale sulle droghe. Ma il breve periodo di governo che è stato affidato al professor Riccardi, per usare le parole dello stesso ministro, non è un motivo sufficiente per giustificare la violazione della disposizione di legge che stabilisce che la conferenza vada tenuta ogni tre anni. La precedente conferenza si è svolta nel marzo 2009 a Trieste. Il governo Monti è in carica solo da 9 mesi, ma quello precedente che ha fatto? Che ha fatto in tutto questo tempo il Dipartimento nazionale antidroga del dottor Serpelloni oltre a produrre documenti, stringere relazioni con i peggiori proibizionismi internazionali e moltiplicare siti internet di dubbia utilità? Chiusa la conferenza di Trieste non si sarebbe potuto e dovuto mettersi subito al lavoro per la successiva? Da cittadini che con i propri soldi contribuiscono a pagare le attuali politiche antidroga, crediamo di avere diritto a qualche risposta.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7873&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=qualche-domanda-al-ministro-riccardi

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