De Magistris: legge per Napoli o autunno caldo

di Luigi Roano, da www.ilmattino.it, 15-08-2012

Ferragosto al lavoro e bussola politica orientata su Roma: «Gestire i fondi Ue in autonomia e rinegoziazione del debito per decollare e toglierci da dosso il peso del passato. Il segnale che il Sud aspetta è questo». Il sindaco Luigi de Magistris comincia la chiacchierata con Il Mattino commentando l’intervista del ministro Barca e l’allarme sociale per il Sud. Subito, invece, mette sul piatto ferragostano una proposta destinata a far discutere. «Una zona cuscinetto dove controllare e debellare con programmi di inclusione la piaga della prostituzione».

Allora sindaco, cominciamo dal rapporto con il governo e dalla polemica sulla gestione dei fondi Ue. Con chi sta?
«La mia posizione è nota: i fondi europei 2014-2020 destinati al Sud devono essere programmati con maggiore celerità e affidati alle grandi città. Basta con la programmazione regionale che si infrange sempre contro il patto di stabilità. Barca sa bene quanto sia significativo e strategico un simile intervento. Serve un segnale forte che noi ci aspettiamo».

Con Roma è aperta la partita della rinegoziazione del debito. La sensazione è che la strada per ottenere il salva-Napoli sia in salita, come stanno le cose?
«Sono cauto ma convinto, con il governo in generale e con i ministri Cancellieri e Patroni Griffi il tavolo procede bene. Solo che fino a quando non vedrò la norma scritta nero su bianco non sarò sicuro. Poi ho avuto la contezza diretta dell’attenzione fortissima del presidente Napolitano per Napoli». L’autunno che tutti gli esperti dicono sarà caldo sul fronte della crisi e dell’occupazione è vicino, che tempi prevede per il sì dell’esecutivo?
«In realtà ce lo aspettavamo per il 10 agosto, poi il ministro Grilli, e noi siamo d’accordo, ha deciso di inviare gli ispettori per verificare la reale entità del debito che abbiamo ereditato. Il provvedimento ci serve entro la prima metà di settembre altrimenti non possiamo programmare».

E se non arrivasse?
«Continueremo a risollevare Napoli che ora ha un’immagine internazionale che mancava dal primo Bassolino, ma con maggiori difficoltà e nuovi sacrifici per i napoletani. Un tema che deve unire tutti, non capisco le polemiche di appartenenza. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il Consiglio comunale, anche l’opposizione che ha capito il momento. Chi strumentalizza è contro Napoli la politica non c’entra nulla».

Dal governo giunge la preoccupazione che varata la norma spalma-deficit si torni a essere allegri nei conti. Roma chiede garanzie sulla virtuosità.
«Preoccupazione giusta quella del governo, abbiamo dato e daremo garanzie. Già siamo fortemente intervenuti sul personale azzerando i dirigenti a termine. A Roma chiedono un intervento sulle partecipate, con l’uscita di Realfonzo stiamo accelerando: accorperemo quelle della mobilità, altre le dismetteremo come Stoà. Ben vengano gli ispettori e ben venga anche il controllo serrato. Siamo una casa trasparente».

Restiamo sulla Napoli-Roma: ma le liste arancioni alle politiche ci saranno o no? 
«Dipende dalla legge elettorale, se sarà strutturata per non fare entrare le novità sarà più difficile ma noi ci saremo. La cosa importante è che il movimento arancione è una realtà concreta e sicura. Abbiamo già calendarizzato un paio di iniziative, mi aspetto un autunno politicamente molto interessante. Sto sentendo di nuovo lo spirito della campagna elettorale. Uno spirito di forte lotta».

Chi può essere al fianco del movimento? Ambienti del Pd palesano un de Magistris figura troppo ingombrante. 
«Mi sento di rivolgermi alle donne e agli uomini del nostro Paese. Questo movimento è distante dai partiti non in conflitto. Si deve rivolgere ai giovani ai disoccupati, ai lavoratori ai sindacati. Poi se i partiti hanno intenzione di fare qualcosa di nuovo verifichiamo».

E Idv e Vendola?
«Se parliamo di linguaggio politico il mio è tipico di formazioni come Idv, lo stesso che usano i movimenti, i sindacati i sindaci. In altri luoghi ci si attarda su operazioni ragionieristiche, a fare la sommatoria dei partiti, a me non interessa. Però penso che un movimento come il nostro non abbia difficoltà a dialogare con quella parte del Paese che non si colloca in questo centrosinistra. L’unico discrimine è la legalità costituzionale, poi siamo pronti a dialogare con tutti».

Torniamo all’autunno napoletano. Come sarà?
«Ci sono 30 milioni per la manutenzione delle strade e dei mezzi di trasporto, per i parchi, i giardini, l’ambiente, sblocchiamo così cantieri fermi da tanto tempo».

Serve altro per il rilancio della città, non trova?
«Anticipo le linee guida del progetto sviluppo. Cominceremo ad assegnare alle cooperative, ai giovani, agli imprenditori che vogliono un profitto anche sociale, beni e aree della città. Vogliamo sviluppare l’agricoltura urbana, l’artigianato, la piccola imprenditoria. Sono previste anche esenzioni dalle tasse».

A proposito di imprenditori. Il rapporto con De Laurentiis sul nuovo stadio sembra in una fase di stallo. 
«Con il presidente ho parlato due ore e mezza, dopo la burrasca credo che ora ci si possa tornare a sedere e a discutere. Napoli non si può permettere conflitti. Entrambi, su fronti diversi, lavoriamo per la città. Sullo stadio non c’è stallo, ma un giusto silenzio visto che è in corso la manifestazione pubblica di interesse che scade a fine ottobre. Quello che ho detto a De Laurentiis è che su alcune cose non torno indietro, io da sindaco vedrò il nuovo stadio».

Il patron però vuole il San Paolo a tutti i costi: se si presenta con 100 milioni e lo rifà cosa succede? Tramonta il progetto del nuovo impianto? 
«Dobbiamo essere concreti. Per fare ci vuole un progetto e i soldi. Se c’è qualcuno che vuole lo stadio San Paolo si faccia avanti, quello che è certo è che soldi pubblici non ce ne sono. Io ho rispettato gli impegni, la manifestazione di interesse c’è e non abbiamo indicato preferenze e Napoli è grande».

Dal nuovo stadio al Lungomare liberato: intuizione felicissima ma ora serve la sterzata, bisogna strutturalmente riempire di contenuti il pezzo di città più pregiato. A che punto è la riflessione?
«È una sfida vinta e lo riconoscono gli operatori del luogo. Cito De Andrè: una sfida vinta in direzione ostinata e contraria. La Villa comunale si ricongiungerà al mare a cominciare dalla zona di viale Dohrn. Avremo un nuova pavimentazione di via Caracciolo, nuovo arredo urbano e illuminazione e anche le fontanelle pubbliche. I cantieri partiranno questo autunno. Stiamo lavorando ai parcheggi, forse ce ne saranno due sotterranei: uno a Piazza Vittoria l’altro proprio al viale Dohrn. Vogliamo lavorare e stiamo lavorando insieme alla sovrintendenza. Per la primavera sarà pronto un pezzo. Poi i lavori si fermeranno per consentire la chiusura dei cantieri della metro».

Sindaco: tuttavia sul lungomare al momento insistono i parcheggiatori abusivi, tanti troppi e indisturbati. 
«Non ha senso solo la denuncia, non serve a nulla. Sono 600 in città e conosciuti. Lavoreremo con la Questura: partiremo con ”l’avviso orale”, come misura di prevenzione, se non funziona si arriverà anche a sanzioni come l’allontanamento dalla città. Napoli è città dell’accoglienza e della lotta alle povertà ma non ci sarà tolleranza contro gli abusivi anche del commercio. Poi sono preoccupato per un altro aspetto che sta maturando».

Vale a dire?
«La prostituzione è in aumento, non siamo a livelli di Milano e Roma ma il fenomeno è in crescita. Voglio lanciare una proposta da discutere con la città, con le associazioni laiche e cattoliche, di cui comunque già si è parlato nei comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una zona cuscinetto non dentro la città dove accogliere le prostitute e controllarle con finalità di recupero e reinserimento. Si fa già in Europa e in Italia. Come è noto la prostituzione di per sè non è un reato a poco valgono le denunce. Quello che serve è controllare e prevenire. Così si arginano anche i mercanti di carne umana»

Quindi vuole un parco dell’amore?
«Assolutamente no, questa è un’altra cosa che pure stiamo valutando. Avere un luogo sociale dove vedere un film, mangiare un gelato e anche appartarsi se lo si vuole. Non un ghetto, ma posti sicuri senza stare al Virgiliano con i giornali o andare in luoghi dove si rischiano rapine e aggressioni. Un luogo per tutelare i nostri figli».

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7855&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=de-magistris-legge-per-napoli-o-autunno-caldo

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