Per l’unione europea sette depuratori campani sono «fuori legge»: buon bagno!

di Fabrizio Geremicca, da “Corriere del Mezzogiorno”, 07-08-2012

NAPOLI — Mare piatto, afa, temperatura media dell’acqua che supera i 26 gradi. Tutte condizioni ideali perché i banchi di mucillagine che stanno rovinando nuotate e gite in barca permangano ancora lungo la costa. Effetto, va detto, e non causa del degrado dell’ecosistema marino. Puntualizzano, infatti, Vincenzo Saggiomo, Nicola Migliaccio e Gualtiero Parisio, del comitato tecnico scientifico dell’associazione Marevivo: «La mucillagine è generata da essudati di fitoplancton in condizioni di stress ambientale. Fattori ambientali quali cambiamenti climatici e della circolazione delle acque favoriscono il fenomeno. Certamente una causa importante è l’eccessivo apporto di nutrienti scaricati dall’uomo a mare». 

L’insufficiente depurazione delle acque campane,insomma, gioca un ruolo decisivo ed è il vero problema, ben più di quei banchi gelatinosi e marroncini che anche questa estate, come già era accaduto due anni fa, sono oggetto di conversazione sulle spiagge. Il punto è che nessuno dei più importanti depuratori in funzione in Campania è a norma, rispetta i parametri imposti dalle leggi europee. Da nord a sud, ecco la mappa di impianti che, nel migliore dei casi, funzionano a scartamento ridotto. Acerra, Marcianise, Napoli Nord, Orta di Atella(sfociano tutti nei Regi Lagni) e Cuma(immette le acque trattate nel mare di Licola), i depuratori che furono realizzati dalla Cassa per il Mezzogiorno e che furono affidati nel 2006 alla Hydrogest affinché li potenziasse, non hanno la linea deputata all’abbattimento dei fosfati. Delle sostanze, vale a dire, che giocano un ruolo fondamentale nei processi di eutrofizzazione delle acque e quindi di generazione delle mucillagini. Sono, inoltre, carenti anche in molte altre fasi del processo depurativo, nonostante alcuni interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria realizzati da un paio di anni ad oggi. Più a sud, ecco il depuratore di Napoli est, in via de Roberto. Proprietà della Regione, fu affidato tempo addietro a Termomeccanica. Riceve liquami di quasi un milione di abitanti. Ha una linea chimico fisica ed una di trattamento dei liquami attraverso i batteri, ma entrambe avrebbero bisogno di consistenti interventi di potenziamento. Del tutto assente il sistema di abbattimento dei fosfati. Nel 2000 una delibera regionale avviò il bando per affidare ad un privato, con la finanza di progetto, le opere indispensabili.

Dodici anni più tardi la gara è stata annullata e neppure uno degli interventi previsti è stato effettuato. Neppure l’attivazione delle condotte sottomarine esistenti, che porterebbero almeno le acque in uscita dal depuratore al largo, anziché scaricarle in battigia. Resta inattuato, da parte della Regione, anche il collegamento tra il depuratore di Napoli est e quello di San Giovanni. Impianto, quest’ultimo, a sua volta obsoleto e di proprietà del Comune di Napoli. Scarica i reflui di 100.000 abitanti, dopo un trattamento chimico fisico, al largo tra San Giovanni e Portici, a 33 metri profondità. Il piano varato da Palazzo Santa Lucia 12 anni fa prevedeva che nel rinnovato depuratore di Napoli est sarebbero confluite anche le acque nere destinate a San Giovanni ed era infatti preventivato un collegamento attraverso un sistema di tubazioni comunale. L’impianto comunale sarebbe stato declassato a stazione di sollevamento. Non è accaduto. Il Comune di Napoli ed il commissario liquidatore di San Giovanni hanno dunque autonomamente avviato un progetto per realizzare due collettori da 1200 metri e macchine di sollevamento che permetteranno di deviare i liquami in entrata verso il depuratore di Napoli est. Spesa prevista: 1.700.000 euro. Per ora il depuratore di San Giovanni resta in funzione in virtù di un’autorizzazione provvisoria che il sindaco ogni anno rinnova. Ieri, intanto, tra Marina di Camerota e Palinuro (quest’ultima località Bandiera Blu 2012), soprattutto lungo tutta la spiaggia del Mingardo intorno alle 11 è apparsa una chiazza marrone larga almeno cinque metri, accompagnata da rifiuti d’ogni tipo, inclusi liquami. La Capitaneria di Porto ha allertato l’Arpac, che ha proceduto a prelevare campioni. Si indaga su possibili sacrichi abusivi, anche perché, denunciano i bagnanti, non è la prima volta che si verifica un episodio simile.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7810&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=per-lunione-europea-sette-depuratori-campani-sono-%25c2%25abfuori-legge%25c2%25bb-buon-bagno

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