Poggioreale, 2.600 detenuti dove dovrebbero starcene 1.300. Severino: credevo peggio

da http://www.napolicentro.eu,  23-07-2012

NAPOLI - Nonostante all’interno del carcere di Poggioreale, il più affollato d’Italia, ci sia “ancora molto da fare”, c’è un “mito da correggere nell’immaginario collettivo”. Dopo una visita all’istituto penitenziartio, il ministro della Giustizia, Paola Severino, comunica ai giornalisti le sue impressioni. Che sono ottime. “L’ultima visita che avevo fatto qui risale agli anni ’90, quando c’ero stata come avvocato penalista. Ne ero uscita – ha ricordato – con una sensazione angosciosa. Ricordo il sovraffollamento e il raccapricciante vociare dei detenuti ammassati nell’unico cortile nel quale trascorrevano la cosiddetta ‘ora d’aria’. Oggi in molti padiglioni è stata fatta una ristrutturazione e anche la divisione dei cortili a disposizione è importante, così come la cura e la pulizia”. 

“CREDEVO PEGGIO” - Racconta TmNews che il guardasigilli ha spiegato di aver voluto visionare non solo le aree più moderne, ma anche i padiglioni Napoli e Roma, considerati “gironi infernali”, riconoscendo in questi luoghi “una difficoltà maggiore”. “I muri sono scrostati, le scale strette, le tubature gocciolano, le docce e i gabinetti andrebbero rifatti, ma le celle sono ariose e pulite. C’è la disperazione del detenuto, ma – ha ammesso – pensavo di trovare una situazione peggiore”. Evidentemente il ministro non si è lasciata impressionare dai dati sui detenuti, che a Poggioreale sono 2.600, circa il doppio di quanti dovrebbero starcene in condizioni normali e il 50% in più del limite massimo consentito.

APPLAUSI PER PAOLA - Severino ha testimoniato l’impegno profuso dalle guardie penitenziarie e dall’amministrazione che compiono qualcosa di “miracoloso” nonostante “le poche risorse a disposizione”. Che il suo governo, comunque, continua a tagliare. Il ministro ha poi raccontato, con commozione, di essere stata particolarmente colpita dal fatto che, dalle celle, per lei si siano levati applausi e non insulti o parole di disperazione. “Non hanno inscenato proteste, ma alcuni hanno applaudito – ha detto ai giornalisti – non credo di meritare questo, mi sono chiesta il perché. Forse perché stiamo lavorando per dare loro speranze concrete e non illusioni. Ricevere l’applauso dei detenuti è una cosa che sconvolge, sono persone che si trovano in una situazione di sofferenza e applaudono il ministro della Giustizia”.

LIBRO CARCERE - Tra i racconti che l’hanno maggiormente scossa e le cose viste in cella, Severino ha raccontato di essere rimasta particolarmente impressionata da una frase scritta su un muro al punto da ritrarla con il suo telefonino. Tra foto di modelle scollacciate e attrici d’altri tempi ha letto: “Se qui dentro non volete tornare, la malavita dovete mollare se poi non lo volete capire allora mettete in conto che qui dentro dovete morire”. Una frase, scritta da un detenuto che vorrebbe diventare cuoco e che scrive poesie, che per il ministro rappresenta un “monito” per perseguire la legalità anche in una città come Napoli dove occorrerebbe che questo passasse come “testimone da generazione a generazione”. Prima di lasciare Poggioreale, il ministro ha assicurato di voler destinare “i primi denari” affinché “i bambini che entrano in carcere non abbiano la percezione delle sbarre”. “A volte – ha concluso Severino – basta un po’ di colore sui muri e qualche giocattolo. Gli incontri dei detenuti con i propri familiari non devono essere un momento di disperazione”.

DETENUTO IGNOTO: CERCA DI NASCONDERE LA REALTA’ - Le “impressioni” del ministro hanno suscitato alcune repliche dissonanti rispetto ai toni da libro Cuore che hanno accompagnato la visita. L’associazione “Il detenuto ignoto” scrive in una nota: “Nelle carceri solo corpi ammassati, spesso malati e non curati. Fame, caldo e sporcizia abbondano nella gran parte degli istituti di pena italiani. Dentro questi luoghi, volutamente nascosti, avvengono le illegalità più immonde nei confronti di coloro che dovrebbero essere indirizzati verso la legalità“. Irene Testa, segretaria dell’associazione, ricorda i quattro giorni appena trascorsi di sciopero della fame e di silenzio promossi dal Partito radicale (qui:goo.gl/XD3uY) e osserva: “Non se ne è saputo nulla, tranne pochissime eccezioni, sui media nazionali, ma il silenzio di migliaia di cittadini costretti ormai a vivere peggio di animali, e dei loro familiari, dev’essere arrivato comunque alle orecchie della ministra Severino dal momento che oggi, anziché voler prendere atto e denunciare la gravità della situazione emergenziale, tenta di nascondere la realtà, arrivando addirittura ad elogiare il carcere di Poggioreale, uno dei più sovraffollati d’Italia dove il numero dei detenuti è ormai circa il doppio della sua capienza regolamentare”.

STRAGE DI LEGALITA’ - Per Testa, dinanzi alla “strage di legalità” che si “consuma nelle nostre carceri, il ministro continua a non proporre nessuno strumento atto a ristabilire una parvenza di Stato di diritto, mentre del tutto inefficace, comprensibilmente, si è rivelato essere l’evanescente decreto salva-carceri, che non ha salvato un bel nulla, tantomeno il carcere di Poggioreale. Non è assolutamente questo il piglio che ci si aspettava da un ministro tecnico che – conclude la nota – appare del tutto disinteressato allo stato di conclamata illegalità in cui versano le carceri che amministra”.

PAPA: DISGUSTATO DALLE PAROLE DEL MINISTRO - “Sono profondamente e dolorosamente disgustato dalle parole della ministra, che forse ha giudicato lo stato del carcere partenopeo prendendo come pietra di paragone un lager nazista”, afferma, in una nota, il deputato del Pdl Alfonso Papa, che nella casa circondariale partenopea ha trascorso 101 giorni da detenuto e che si è recato in visita ispettiva lo scorso 20 luglio. “A Poggioreale il sovraffollamento è esplosivo – evidenzia Papa – parliamo di 2600 detenuti dove potrebbero starne 1350. E’ un carcere dove le ore d’aria al giorno sono soltanto due, la metà di quanto è di solito previsto negli istituti penitenziari. Ci sono celle dove i detenuti di notte fanno i turni per raccogliere l’acqua che esce dalle condutture. I bagni si trovano nello spazio comune alla cucina”.

IL PEGGIOR CARCERE ITALIANO - “Che cosa ha visitato la Ministra Severino? – aggiunge Papa -. Me lo chiedo perché non voglio pensare che dopo aver visto Poggioreale possa aver pronunciato quelle parole. La ministra dice che si tratterebbe di un mito negativo da combattere. Intanto la stampa estera, come emerge dall’Osservatorio sulle carceri italiane nei mass media stranieri che abbiamo presentato la scorsa settimana insieme a Klaus Davi, annovera Poggioreale come il peggior carcere italiano. Probabilmente è una percezione distorta comune, dei detenuti e dei giornalisti. La Severino invece c’ha visto giusto”, conclude il deputato del Pdl.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7646&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=poggioreale-2-600-detenuti-dove-dovrebbero-starcene-1-300-severino-credevo-peggio

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