Pensieri sul carcere

 

Una parente di una persona detenuta nel carcere di Ferrara, che conosco e della cui identità sono certo, mi ha chiesto di inoltrare la lettera che segue. Il mio ruolo è solo quello di tramite, ma spero davvero che possiate dare voce a queste parole che aprono qualche squarcio nella  pesante separatezza fra la comunità dei liberi e quella dei detenuti. Per ovvii motivi la persona preferisce non firmare con il suo nome.
Cordiali saluti.
 
                                   Mario Zamorani, presidente di Radicali Ferrara
 
Pensieri sul carcere

 

Sono una cittadina che per tristi motivi è venuta a contatto con la realtà del carcere ma mai e dico mai avrei creduto  che fosse così dura la vita all’ interno, che parenti e detenuti avessero così pochi diritti. Se nel carcere a Ferrara  hai detenuto un parente puoi portare solo pane fresco e dico pane perché un trancio di pizza da forno non entra, non salumi affettati e formaggi duri (es. grana). Basta!  Sapone detersivi spazzolino pentole ... o qualsiasi altra cosa se possono la devono comperare là con prezzi non da discount ma da ricchi, sigarette NO tutto NO solo l’abbigliamento da casa. Le visite solo 6 ore al mese distribuite come vuoi nei giorni disponibili. Se hai bambini con la bella stagione c’è uno spazio verde dove c’è una parvenza di normalità, si gioca ci si siede a tavolino, un abbraccio, i detenuti portano acqua o succhi di frutta e pastine ( il the no) per i figli e il tempo vola, ma l’inverno con i bimbi è triste, solo un bancone di marmo, lungo da muro a muro, panche sempre di marmo loro di là noi di qua e i bimbi che no correre no saltare perché in tutto quel marmo si possono fare male; brutto, molto brutto. Poi le altre regole sono quelle della legge ma qui a Ferrara ci sono anche le leggi interne e i regolamenti: la legge dice che se sei un tossicodipendente e hai una pena fino a 6 anni se ci sono le condizioni puoi andare in comunità ma a Ferrara NO, il Sert nostro dice che si sono dati una regola interna e si può andare solo quando maturi un residuo pena di 1 anno, quindi se tu hai 5 anni ti lasciano 4 anni in carcere a vegetare perché non si lavora tranne qualcuno, poi l’ultimo anno in comunità che secondo me a questo punto aiuta poco. Con questo momento di caldo infernale non è stata fatta nessuna concessione extra tipo non  1 ma 2 docce al giorno, ore d’aria non nelle ore di massimo caldo ma in ore più fresche ... e ci diciamo civili … in celle 3x 4 sono in tre, porte sempre chiuse,  intimità inesistente, una finestra  dove speri passi un po’ d’aria, caldo soffocante. Danno i tranquillanti per non farli impazzire ma un ventilatore se lo vuoi costa € 40 + 5 euro al mese per la luce, giuro non capisco. La domenica  sera non viene data la cena quindi se la famiglia ti passa un po’ di soldi compri e vivi dignitosamente e magari aiuti  qualche compagno meno fortunato altrimenti ti arrangi come puoi. Tutto questo, ovvio, nel nome della riabilitazione dell’ uomo, ma come potranno queste persone uscendo avere delle opportunità  se non gli viene insegnato un lavoro, inseriti  in un contesto di normalità, un aiuto concreto all’ inserimento in società; certo che una volta fuori o ti aiuta la tua famiglia  o tanti per sopravvivere sono praticamente costretti a delinquere ancora; è vero che sono detenuti ma prima di sbagliare sono state persone come noi e sono padri  fratelli  figli e vorrebbero tornare ad  esserlo: non varrà per tutti ma di certo per tanti non si nasce  sbagliati, a volte sono le circostanze  che ti fanno fare determinate cose e una volta pagato  il tuo sbaglio dovresti avere pari opportunità … se fossimo un paese civile.

 

Ferrara, luglio 201 

                                                                     Lettera firmata

 

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Fonte: http://www.radicaliferrara.it/portal/content/pensieri-sul-carcere

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