A Napoli e Caserta il cancro uccide di più
Nessuno provi a crearsi o a creare illusioni, a inventarsi coincidenze “casuali”. La connessione strettissima fra emergenza rifiuti e impennata della mortalità è fin troppo evidente, come le fiamme che illuminano le notti nelle campagne della zona: «Questo eccesso di mortalità, che riguarda anche altre patologie cronico-degenerative – sottolinea infatti chiaro e tondo l’Istituto –, si configura come un grave problema sociale e ambientale, oltre che sanitario, di vasta dimensione e notevole gravità», tanto che «richiederebbe maggiore attenzione da parte delle istituzioni». E così la preoccupazione è sancita.
Prendiamo alcune singole patologie oncologiche: ad esempio il tumore del colon retto. «In provincia di Napoli – si legge nello Studio – nel triennio 1988/1990 si riscontra negli uomini un tasso del 17,1 (su 100mila abitanti, ndr.) negli uomini, che nel periodo 2003/2008 sale al 31,3», mentre nelle donne gli stessi tassi per gli stessi periodi sono «16,3 e poi 23». Situazione identica a Caserta: «19,3 (sempre per 100mila) per i maschi dal 1988 al 1990 e 30,9 dal 2003 al 2008», con «16,4 e poi 23,8 nelle donne». Al contrario i tassi italiani, per lo stesso tipo di tumore e gli stessi periodi, «sono stabili, passando dal 33 al 35 negli uomini e dal 30,5 al 29,3 nelle donne».
Ancora. L’aumento del tasso di mortalità femminile per tumore del polmone (che è il più alto in Italia) a livello nazionale è al 45%. E invece «l’incremento è stato superiore al 100% nella provincia di Napoli ed al 68% in quella di Caserta». Rimanendo alle donne, il tasso di mortalità per tumore alla mammella, che era 21,4 in provincia di Napoli nel 1988/1990, è aumentato fino a 31,3 nel 2003/2008, mentre in Italia passava da 37,6 a 37,7.
Un altro esempio, stavolta riguardante gli uomini: il tasso di mortalità maschile per tumore al fegato registrato in provincia di Napoli nel 1988/1990 era 22,1 e quello in provincia di Caserta 22,3, livelli cresciuti via via fino al 2003/2008 rispettivamente a quota 38 e 26,4. Nello stesso periodo, al contrario, questo tasso su scala nazionale è diminuito da 12,3 a 10,7 per 100mila.
Ecco perché la crescita – se non l’esplosione – dei tassi di mortalità per tumori nelle province di Napoli e di Caserta «è ormai un fenomeno stabilizzato che non può essere messo in dubbio» e che «dipende da fattori diversi», affermano i ricercatori dell’Istituto Pascale.
E infine impressiona un’altra loro sottolineatura: questa crescita è «particolarmente drammatica per alcuni tumori», che risultano «in netta controtendenza non soltanto coi dati italiani, ma anche coi dati delle altre province della Campania, dove i tassi sono stabili e ancora inferiori al dato nazionale».
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