Genitori ai clan - “Via bimbi rom da scuola” incendiati campo nomadi: 18 arresti

da La Repubblica 10 luglio 2012

 

Hanno chiesto ai clan di ‘cacciare’ i rom dalla zona, perché non volevano che i loro bambini frequentassero la stesso scuola dei loro figli. E’ questo, secondo le indagini della procura di Napoli il movente dei raid incendiari avvenuti nell’accampamento di via Gianturco nel dicembre del 2010. Aggressioni “vili e feroci” come li definisce il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo che hanno portato oggi all’arresto di 18 persone appartenenti al clan camorristico Casella-Circone attivo nell’area orientale di Napoli, in un’operazione congiunta di carabinieri e polizia.

I REATI Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento seguito da incendio, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di odio razziale.

L’iniziativa sarebbe partita da alcuni genitori del quartiere che, dopo avere fatto invano pressioni sul capo d’istituto perché allontanasse i piccoli nomadi, avevano pensato di ricorrere alle maniere forti rivolgendosi ai boss di zona. Le indagini, scattate in seguito  alla denuncia di due nomadi, hanno documentato anche gli affari illeciti del clan, soprattutto estorsioni a imprenditori del, identificato personaggi dediti alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate.

LA TESTIMONIANZA“Parcheggiarono

lo scooter e dopo essere scesi uno di loro si avvicinò a mia moglie Mariana riferendo con fare minaccioso queste frasi: ‘Qua nel rione non dovete mandare più i vostri figli a scuola. Se li volete far studiare li dovete mandare lontano da quì’. Queste frasi vennero proferite in dialetto napoletano e durante la conversazione lo sconosciuto interlocutore si guardava intorno e gesticolava in modo teatrale per farsi notare dai compagni del campo”. E’ un brano della deposizione fatta ai carabinieri da Costel Costantin, il nomade rumeno che, assieme alla moglie Mariana Octavian, ha consentito di ricostruire l’incendio appiccato nel dicembre del 2010 nell’accampamento di via Gianturco.

GLI ELOGI DEL GIP La decisione dei coniugi Constantin di collaborare alle indagini viene elogiata dal gip Egle Pilla, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare su richiesta del pm Vincenzo D’Onofrio. L’incendio doloso è contestato a quattro indagati: Domenico Casella, Alfonso Di Giovanni, Emanuele Virente e Maurizio Virente. Ascoltato dai carabinieri della compagnia di Poggioreale, Costel Costantin fa una premessa: “Da circa nove anni abbiamo lasciato la Romania per vivere nel vostro Paese e cercare un po’ di fortuna. Se non ricordiamo male, all’inizio dell’anno 2009 ci trasferimmo definitivamente presso il campo nomadi di via Gianturco conducendo la nostra vita in modo regolare e senza avere mai problemi con nessuno. Non era il nostro caso in quanto i nostri figli avevano frequentato la scuola in Romania, ma gli altri connazionali hanno sempre cercato di rispettare le leggi e quindi di mandare i figli a scuola. Naturalmente questi bambini vennero iscritti presso la scuola vicina al campo nomadi”.

IL RAID Fu proprio questo che i clan non tollerarono: il 2 dicembre 2010 le minacce più volte fatte ai nomadi vennero messe in atto e l’accampamento fu dato alle fiamme.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7548&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=genitori-ai-clan-via-bimbi-rom-da-scuola-incendiati-campo-nomadi-18-arresti

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