Tremante vince di nuovo, il congresso del Pd salta

di Simona Brandolini, da “Corriere del Mezzogiorno”, 06-07-2012

NAPOLI — La prima reazione è pensare ad uno scherzo. Possibile che dopo il caos delle primarie, il commissariamento, il commissariamento del commissariamento, candidature presentate e poi ritirate, insomma ad una settimana dal congresso vero, il Pd s’incarti un’altra volta? Che arrivi un’altra ordinanza, si spera questa volta l’ultima, a sancire l’illegittimità del percorso? Volete la risposta o la immaginate? Le cose stanno così. All’indomani della convocazione del congresso provinciale Nicola Tremante, segretario defenestrato, fa partire automaticamente un ricorso. È il secondo dopo quello presentato contro il suo commissariamento.  

Ebbene ieri la VII sezione del tribunale di Napoli ha sospeso la delibera della direzione regionale del Pd del 25 maggio scorso con cui s’era convocato il congresso provinciale il 14 e 15 luglio prossimi. Insomma illegittimo il commissariamento, come stabilito dal tribunale di Roma, ma disatteso dal Pd, illegittima la convocazione del congresso da parte di un organismo altro rispetto all’assemblea provinciale. Non solo. Il giudice Francesca Reale sancisce chiaramente che il segretario provinciale già c’è e si chiama Nicola Tremante. Che in pratica è stato violato lo statuto del partito democratico, e per ben due volte. In primis quello nazionale, poi quello regionale. La conclusione? Stop al congresso. «Avevo invano denunziato in sede politica il mostro giuridico che si sarebbe realizzato con l’utilizzare i poteri sostitutivi per convocare il congresso provinciale (anticipato di un anno) del Pd di Napoli — spiega Tremante in una nota —. Ora il tribunale di Napoli ha accolto il mio ricorso con queste motivazioni: “lo stato di necessità idoneo … a determinare la convocazione anticipata del congresso provinciale del Pd di Napoli per l’elezione del segretario provinciale del Pd non sussiste” in quanto “il ripristino dello status quo ante determina il ripristino del precedente segretario provinciale per cui l’attività del partito non può ritenersi paralizzata”. Ora prevalga moderazione e saggezza nel Pd, il Partito della legalità, innanzitutto con l’uniformarsi ai provvedimenti immediatamente esecutivi. Ogni decisione sul futuro del Pd di Napoli torna ai legittimi organi collegiali, che potranno decidere se, come e quando tenere un congresso provinciale anticipato». L’avvocato Francesco Barra Caracciolo difensore di Tremante aggiunge un dato interessante: «Non vorrei che ancora una volta il Pd violi questo ordine. Perché la prima ordinanza di Roma era già esecutiva. Bastava, dunque, ridargli la dignità e i galloni da subito e avrebbe portato il partito al congresso. Dopo l’ordinanza del Tribunale di Napoli seppure eleggessero Cimmino lo bloccheremmo subito. Il giorno dopo otterremmo infatti la sospensione. Vogliono tenere il partito per dieci anni senza segretario provinciale?».

Chiarissimo no? Forse lo era anche prima. Stupisce di più il fatto che con un ricorso penzolante sulla testa i dirigenti nazionali e locali del Pd abbiano convocato un congresso. Col senno di poi sono andati dritti contro un muro. Questa è la sentenza, poi c’è la politica e dunque il regno del caos. Dopo la notizia s’è tenuta una riunione dell’esecutivo nazionale incandescente. L’ordinanza è uno schiaffo vero, il secondo e lo sottolineiamo, a Roma, a Bersani, a Migliavacca, a Stumpo che nell’ordine hanno messo lo zampino nelle già problematiche vicende partonopee. Ovviamente anche ieri hanno premuto sino all’inverosimile perché il Pd regionale se ne infischiasse e forzasse un’altra volta la mano. Ma per primo s’è impuntato il tesoriere, nonché legale rappresentante dei democratici, Alfredo Mazzei, minacciando le dimissioni, se non fosse stata rispettata e applicata la sentenza. Anche il segretario regionale Enzo Amendola questa volta ha dato meno retta alle sirene romane. Alla fine all’unanimità il Pd regionale «prende atto della sentenza della VII sezione del Tribunale civile di Napoli che sospende le decisioni assunte dalla direzione regionale del 25 maggio scorso — prosegue il comunicato in politichese puro —. La segreteria regionale Pd è altresì impegnata – di concerto con gli altri livelli del partito – a dare seguito alla richiesta unanime, espressa in varie sedi, di svolgere il congresso provinciale del Pd Napoli riservandosi, nel contempo, anche la possibilità di impugnativa del provvedimento».

Ma a quanto pare non c’è l’intenzione di impugnarlo davvero visto che comunque non ci sarebbero i tempi tecnici per celebrare il congresso sabato prossimo. Tutto finito? Rimandato? Non è detto che una parte del partito non forzi davvero la mano e prosegua in qualche circolo l’iter congressuale. Francesco Nicodemo, per esempio, più battagliero che mai scrive: «La vicenda Tremante, le due sentenze a suo favore, la sospensione del deliberato della direzione regionale che nei fatti convocava il congresso, gridano vendetta». Chiede le dimissioni di Migliavacca, Stumpo e Amendola e chiude: «Non mi si venga a dire che Tremante si muove in completa autonomia, senza parlare con nessuno. Troppi hanno fomentato questo cupio dissolvi, da chi non ha mai accettato il peso della sconfitta, a chi non ha digerito che Cimmino fosse il prossimo segretario. E badate bene, comunque finisca questa storia, gli iscritti del Pd hanno scritto a fuoco nella memoria i vostri nomi e le vostre responsabilità. E qui nessuno dimentica niente».

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7536&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=tremante-vince-di-nuovo-il-congresso-del-pd-salta

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