La Regione e il supersito d’oro Tre milioni di euro per il portale web
di Alessandro Chetta, da “Corriere del Mezzogiorno”, 11-06-2012
NAPOLI – Internet milionaria. Digit Campania rifà da cima a fondo il portale regione.campania.it. Costo per il restyling? Solo 2,8 milioni di euro. «Solo» nel senso che il prezzo è stato ridotto rispetto allo stanziamento iniziale di 4 milioni e mezzo. Per il famigerato Italia.it il governo Prodi si svenò, solo in primo step, con 10 milioni di euro. Nel caso campano, in scala, non siamo lontani da quell’investimento, trattandosi di una sola regione. «Le sembra un costo fuori mercato? Guardi che in passato (sotto Bassolino,ndr) s’è speso il doppio» dice al Corriere Stefano Torda, amministratore delegato di Digit, società di contenuti multimediali di proprietà della Regione. Sarà. Ma con una cifra del genere nel privato di portali se ne fanno una decina, e di fattura sopraffina. «Troppi soldi? Servono per farlo funzionare per tre anni – aggiunge Torda – Per tanto tempo nessuno ha fiatato sugli investimenti web della Regione In passato il sito faceva schifo. Lo abbiamo rifatto ex novo, non ci sarà nulla del vecchio portale».
IL VECCHIO E IL NUOVO SITO - Naturalmente Regionecampania.it ha una sua indiscutibile complessità (media center, area d’archivio) ma considerando che ci stanno lavorando da un anno e con 3 milioni a disposizione forse Caldoro ha in mente di far concorrenza a Twitter e Fanpage. Suscita perplessità, inoltre, il fatto di utilizzare unità a contratto rispetto a personale interno della Regione. A Digit lavorano secondo gli ultimi dati disponibili dieci persone (9 a prestazione occasionale e un consulente) quindi tecnici esterni alla pubblica amministrazione, mentre al “vecchio” sito, tuttora online, lavorano in cinque, tutti dipendenti della Regione addetti ai contenuti; personale che stipendio a parte non costituisce un costo supplementare per il contribuente. Nessuno al momento sa come interagiranno le due strutture, la nuova e la vecchia, una volta varato il portale rivitalizzato.
«FESTIVAL EUROPA» - Restando in tema web: la società regionale che ha sede a Palazzo Pico a Fuorigrotta beneficia anche di 370mila euro per il progetto di implementazione del portale giovani.regione.campania.it e il «rafforzamento del Sirg-rete informagiovani online». È pur vero che la Digit creata nel 2010 non tocca le alte vette di Campania digitale, partecipata che svolgeva le medesime funzioni nel periodo bassoliniano. Però è comunque destinataria di finanziamenti importanti. Ce n’è ad esempio uno da 4 milioni e mezzo di euro (4.506.250,00 iva esclusa). Fondi europei stanziati per una serie di progetti sulla cara vecchia Europa. In particolare il “festival dell’Europa”, che visti i tempi di eurocrack non cade esattamente a fagiolo, corrispondente ad una serie di «attività pluriennali per stimolare partecipazione del grande pubblico (?) e dei giovani». Si tratta di stanziamenti ottenuti da diversi anni. Dal 2013 invece vigerà l’austerity: il governo Monti ha stabilito che gli affidamenti diretti per le società gestite in house, cioè di proprietà delle pubbliche istituzioni, saranno residuali e per servizi dal valore inferiore o pari a 200mila euro.
«INFOPOR» - Ancora Europa: Con gli stessi 4,5 milioni Digit si occuperà inoltre di produrre cinque iniziative, fino al 2015, sul «ruolo dell’Europa». E quindi spot, stampa di opuscoli, reportage, materiale audiovisivo, quando invece per sapere dove stiamo andando basta fare una video chat con la Merkel; il progetto Campania Europa News, con «newsletter settimanali sulle politiche di sviluppo regionale»; Infopor, cioè un contact center telefonico (questo il numero: 800 550 506) e telematico per fornire informazioni, sperando non faccia la fine del call center dell’Eav, società dei trasporti, settore dove il numero verde serve eccome, ed è sospeso dal 16 maggio. Tutto va nel calderone del piano comunicazione Por-Fesr quadriennale 2011-2015. Denaro che proviene da Bruxelles, i famosi fondi che non riusciamo a spendere in nessun modo (fanalino di cosa d’Europa). L’ad Torda afferma: «Tutti i progetti ci vengono assegnati. Rendicontiamo i fondi europei fino all’ultimo euro. Sono commesse che noi espletiamo con una precisa revisione su tre passaggi di controllo. Ricordo che è una società in house».
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