La partitocrazia locale fagociterà anche la nomenclatura che la rappresenta

La fine della funzione nobile dei partiti è il male più grave della politica odierna. Senza una scala mobile più efficiente nelle forze politiche, quali che esse siano, rimarremo ancora per anni con gli stessi leader, attuali e potenziali. A che cosa servono, in democrazia, i partiti o i movimenti politici? Qual è la loro funzione? Servono ancora gli attuali partiti oppure ne servirebbero altri, di altro tipo e con altre forme organizzative? Il dibattito sul ruolo e sulla funzione dei partiti va aperto anche in provincia di Frosinone.

Dopo il voto amministrativo, il tema si pone con urgenza sul tavolo della discussione politica e noi Radicali riteniamo di rappresentare un punto di riferimento per coloro che vorrebbero un cambiamento liberale e libertario, riformatore e democratico del sistema politico locale. Da qualche tempo a questa parte, infatti, ho personalmente avanzato la proposta politica per una costituente liberale e democratica, con l’obiettivo di costruire un campo “altro”, alternativo al blocco unico del potere partitocratico trasversale agli schieramenti. Perché è ormai evidente: anche la partitocrazia frusinate ha distrutto i partiti locali. Mentre la democrazia, per vivere, ha bisogno dei partiti, dei movimenti, delle associazioni politiche. Invece, purtroppo, i partiti non ci sono più, anzi: in provincia di Frosinone non ci sono ancora. Vanno costruiti.

Molto presto, se le cose resteranno in questo modo, la partitocrazia locale fagociterà anche la nomenclatura che la rappresenta. E il nulla riempirà questo vuoto. Però, quando il nulla riempie il vuoto della storia, allora sono i momenti in cui può accadere il peggio. Abbiamo davanti ai nostri occhi il segno del fallimento di questa longeva partitocrazia e di questa classe dirigente che definire inadeguata è dire poco. È necessario che si aprano tempestivamente le porte. Il problema, però, è che non ci sono le porte. Sono state tolte. La selezione al rovescio, interna alla partitocrazia, premia i gregari, i meno creativi, i più ruffiani, i raccomandati senza merito, i burocrati, insomma: si procede non per cooptazioni basate sulla credibilità dell’individuo, ma per cooptazioni che nascono da esigenze di potere fine a se stesso.

In altre parole, le cooptazioni avvengono secondo logiche e metodi non basati sulle attitudini e conoscenze e capacità delle persone, ma attraverso sistemi verticistici, arbitrari, conformisti, reazionari, clientelari, affaristici, di conservazione del Vecchio Sistema. Per chi crede nella funzione alta e nobile della politica, è come avere tutte le chiavi in mano, ma senza poter disporre delle porte. Le porte non si possono aprire, ora, perché non ci sono. Allora, forse, vanno costruite. Noi Radicali sappiamo di portare avanti, con questo dibattito, una battaglia che confida più sulle necessità della storia che sui protagonisti della medesima. Ma non si sa mai. 

 

Pier Paolo Segneri

Membro della Giunta nazionale

di Radicali Italiani


Fonte: http://radicalifrosinone.wordpress.com/2012/05/31/la-partitocrazia-locale-fagocitera-anche-la-nomenclatura-che-la-rappresenta/

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