Firme false per Burlando: i radicali smascherano il governatore ligure

Articolo di Marta Palazzi segretaria Radicali Genova su notizieradicali.it

Secondo quanto va emergendo di ora in ora, sembra sempre più probabile che, così come Formigoni, Cota e Iorio, anche Claudio Burlando, attuale presidente della Regione Liguria, abbia vinto le elezioni sostenuto da liste e partiti che hanno raccolto le firme dei cittadini in modo illegale. La Procura di Genova ha infatti rinviato a giudizio dieci consiglieri comunali e provinciali per “falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici”. In sintesi, avrebbero autenticato firme false o raccolte violando la legge vigente. L’episodio risale a due anni fa, al tempo delle elezioni regionali in Liguria, quando noi Radicali dell’associazione Radicali Genova, non appena scaduto il termine per la presentazione delle liste, inoltrammo richiesta di accesso agli atti depositati dai partiti ammessi alle elezioni regionali, per dare seguito alla campagna radicale nazionale di denuncia delle illegalità commesse durante la fase pre-elettorale. Per prima cosa, esaminammo le firme del listino depositato in Corte d’Appello, e non riscontrammo irregolarità. Nel pomeriggio chiedemmo al Tribunale l’accesso ai moduli con le firme depositate dai diversi partiti ammessi alle elezioni, ma l’istanza venne respinta dal giudice Alberto Haupt, presidente della commissione elettorale, in quanto, a suo parere, la richiesta non era “sufficientemente motivata”. Due giorni dopo, mentre intanto a Milano esplodeva il caso Formigoni, presentammo una nuova istanza, sulla base della quale il giudice autorizzò l’esame dei moduli, da effettuare in poche ore la mattina del giorno seguente, 5 marzo 2010. Il 5 marzo, dunque, in quattro andammo a visionare i moduli con le sottoscrizioni. Iniziammo dalle liste che appoggiavano il candidato Sandro Biasotti, senza rilevare firme dubbie, per poi passare a quelle che sostenevano Claudio Burlando. È difficile descrivere cosa si prova quando si tocca con mano la violazione delle norme che regolano uno dei processi più importanti della democrazia, quello elettorale. Vedere coi propri occhi decine e decine di firme vergate con la stessa calligrafia, il più delle volte dalla stessa mano che aveva compilato i dati del sottoscrittore, dà esattamente l’idea di cosa voglia dire, in concreto, “regime partitocratico”. Le liste in cui riscontravamo tali violazioni erano “Casini – UDC” e “Noi per Claudio Burlando”. Non ci venne data possibilità di fotocopiare i moduli; fummo anzi invitati a terminare rapidamente l’esame e ad andarcene. Il 13 marzo 2010 depositammo un esposto alla Procura del Tribunale di Genova. Da questo esposto è partito l’iter giudiziario che ha portato in questi giorni, oltre due anni dopo (a proposito di “giustizia”…), al rinvio a giudizio per dieci consiglieri dell’UDC, del PD e dell’IDV e all’apertura di un ulteriore filone di inchiesta presso la procura di Chiavari su una ventina di funzionari pubblici che svolsero il ruolo di autenticatori. Noi non potremo costituirci parte lesa nel procedimento come lista Bonino Pannella poiché non abbiamo partecipato – per l’impossibilità di raccogliere legalmente le firme - alle elezioni regionali di due anni fa, ma è certo che la parte lesa, in questo caso, sono tutti i cittadini. Un’ultima considerazione va fatta sullo stato della “giustizia” in Italia: come non vi può essere fiducia in partiti che violano la loro stessa legge per presentarsi alle elezioni, così non vi può essere fiducia in una magistratura che non rileva di propria iniziativa tali violazioni. 

Link alla notizia: tinyurl.com/bqbdpyv

Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/659/firme-false-per-burlando-i-radicali-smascherano-il-governatore-ligure

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