Tassiamo e diamo diritti ai lavoratori del sesso

Articolo uscito oggi su “Italia Oggi”:

La Lega ora vuole tassare le prostitute

di Giovanni Bucchi

Scossa dalle inchieste della magistratura, colpita nel profondo con l’avviso di garanzia al senatùr Umberto Bossi, la Lega Nord tenta di risollevarsi rispolverando una delle sue storiche e sempreverdi battaglie: regolarizzare la prostituzione e riaprire le case chiuse.

Per vent’anni gli esponenti del Carroccio hanno tentato (invano) di modificare la legge Merlin 75/1958 che ha messo al bando i bordelli autorizzati.

Dai consigli comunali fino al Parlamento, le iniziative leghiste sono state molteplici: le più recenti sono due proposte di legge del 2008 di Matteo Brigandì e Carolina Lussana per togliere le lucciole dalle strade legalizzando l’attività di meretricio in abitazioni private. Peccato sia tutto rimasto nei cassetti del Parlamento.

Gli scarsi risultati di questa lunga ma infruttuosa battaglia hanno spinto il consigliere regionale delle Marche, Roberto Zaffini, a calibrare meglio l’obiettivo: il leghista di Fano, infatti, ha presentato una mozione all’Assemblea legislativa della Regione per chiedere alla giunta Pd-Udc di Gian Mario Spacca di tassare le prostitute. «È possibile che in questo momento, dove ci sono controlli a tappeto in tutti i settori del lavoro per fare emergere irregolarità e si obbliga un commerciante a chiudere l’attività per giorni dopo la non emissione di uno scontrino da un euro, si continui a fingere di non conoscere il grande giro di affari illeciti che coinvolge il mondo della prostituzione?”», si chiede il consigliere di fede maroniana, spesso in attrito con il segretario ‘nazionale’ marchigiano, l’onorevole Luca Rodolfo Paolini.

Secondo Zaffini «sono molti i casi di prostitute che hanno messo da parte cifre esorbitanti impensabili per un comune lavoratore», come ha scoperto di recente la Guardia di finanza di Rimini che ha messo le mani sul patrimonio milionario di una prostituta di 68 anni che non ha mai versato nulla al Fisco. «Svolgono un lavoro autonomo equiparabile ad altri come l’idraulico, il muratore o il dentista e sono professioniste a tutti gli effetti», incalza Zaffini.

Che con la mozione impegna la giunta regionale a «sollecitare il Governo Monti ad adottare al di là di ogni ipocrisia una norma che regolarizzi questo enorme mercato non dichiarato, alla luce della prima sentenza che obbliga una prostituta a pagare le tasse emessa dalla commissione tributaria di Milano, sezione 29. Regolamentare la prostituzione e renderla economicamente e giuridicamente trasparente avrebbe indubbi vantaggi sul piano sociale e normativo e sarebbe una ulteriore manovra Salva Italia».

«Una legge per fare emergere dall’irregolarità e garantire diritti per una professione come quella della prostituzione» viene chiesta anche dai Radicali marchigiani per i quali in questo modo «oltre a colpire la malavita e la tratta legate allo sfruttamento della prostituzione, si libererebbe secondo recenti stime un gettito fiscale di un miliardo e mezzo di euro l’anno, per un giro d’affari di 7 miliardi».

Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2012/05/17/tassiamo-e-diamo-diritti-ai-lavoratori-del-sesso/

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