Carceri, Lecce: 50 giorni per morire

di F. U. da www.agenziaradicale.com, 14-05-2012

Era finito in carcere per reati contro il patrimonio e la persona, ma si era da sempre dichiarato innocente. E per dimostrarlo è morto.

Popo virgil Cristria, 38enne di Bucarest trasferito un anno fa dal penitenziario di Benevento al carcere di Lecce dove doveva scontare delle pene divenute oramai definitive, a fine marzo aveva iniziato uno sciopero della fame a oltranza per ottenere una sospensione della pena che non è mai arrivata.

50 giorni di digiuno per richiamare l’attenzione delle autorità sulla sua situazione, 50 giorni senza toccare cibo per essere ascoltato, per essere “liberato”, come lui stesso ripeteva senza sosta.

Cristria si è spento nell’ospedale salentino ‘Vito Fazzi’ dopo che le sue condizioni di salute erano notevolmente peggiorate: “veniva visitato da un medico, da uno psicologo e da uno psichiatra – racconta Sandro Rima, dirigente sanitario della casa circondariale – abbiamo tentato tutti di dissuaderlo, ma inutilmente. Era intenzionato a continuare nella sua protesta fino in fondo”.

La procura ha ora aperto un’inchiesta: il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria presenti in carcere mentre un medico legale procederà ad accertare le cause della morte. Una delle tante, nella carceri italiane.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=7088&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=carceri-lecce-50-giorni-per-morire

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