Arpac, impossibile analizzare l’aria
di Fabrizio Geremicca, da “Corriere del Mezzogiorno”, 16-05-2012
NAPOLI — Dati assenti, non validabili, non attendibili: a Napoli le centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico funzionano male e nessuno è in grado di dire esattamente che aria respirino i napoletani. Nemmeno l’Arpac, che pure ha per statuto il compito di effettuare le misurazioni. Il primo maggio, per esempio, su 9 apparecchiature destinate a verificare quale fosse nella metropoli la concentrazione di polveri sottili, ne hanno funzionato 5. Delle restanti, una in dismissione, due non hanno inviato dati, un’altra ha registrato dati «non validabili».
POLVERI - Stesso giorno, relativamente alle polveri ultrasottili: una centralina in manutenzione, quattro non pervenute, una in dismissione. Che non si sia trattato di un giorno particolarmente sfortunato, può rilevarlo chiunque si colleghi al sito dell’Arpac e scorra le tabelle destinate ai risultati dei rilevamenti della qualità dell’aria. Molte, troppe caselle vuote. «Un fenomeno fisiologico», sostiene la direttrice tecnica dell’agenzia, Marinella Vito. «Una situazione assurda», replica Antonio Marfella, tossicologo al Pascale. Preoccupazioni, le sue, confermate dal fatto che la centralina della stazione centrale, una delle poche che registra i dati con continuità, ha rilevato già 34 giorni di superamento dei valori massimi di concentrazione di polveri sottili: 50 microgrammi per metro cubo. In un anno, impone la normativa comunitaria,non dovrebbero registrarsi più di 35 sforamenti.
REVISIONI - È dal 2010 che si attende la revisione delle centraline dell’aria. La gara di appalto per la manutenzione fu aggiudicata a maggio 2011 all’associazione d’imprese Vitrociset-Poly Project-Cid Software. Il raggruppamento che si era classificato secondo (Orion-Project Automation) ricorse al Tar, che ha dato ad esso ragione. A gennaio di quest’anno, dunque, l’Arpac ha stilato una nuova graduatoria. Orion e Project Automation incasseranno circa 800.000 euro per tre anni di servizio. «Inizieremo a lavorare tra una ventina di giorni», dice Sergio Solmi, il fondatore della Orion. Società veneta, quest’ultima, che ha già lavorato in Campania. Si è aggiudicata, per esempio, un appalto a Caserta, sempre per le centraline dell’aria. Quella gara è finita però nel mirino della direzione distrettuale antimafia e Solmi è stato rinviato a giudizio, a seguito dell’inchiesta “Normandia”, che ha coinvolto, con capi d’imputazione differenti, esponenti del clan dei Casalesi, l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro e funzionari della prefettura. La Procura contesta a Solmi i reati di turbativa d’asta e riciclaggio di denaro di illecita provenienza. «Dimostrerò la mia estraneità alle accuse», dice l’imprenditore, che è difeso dall’avvocato Stefano Montone. Il processo inizia il 21 maggio a Santa Maria Capua Vetere.
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